Avviso ai naviganti

Avviso ai navigantiIl blog del Prof. Stefano Sandri

Perché un avviso ai naviganti. Nietzsche, proprio lui, quello del nichilismo nero, che più nero non si può, una volta ha scritto che non c'è nulla di meglio che andar per mare senza meta, ricetta infallibile per ogni sopravvivenza.
Verissimo, sono andato in barca a vela per 30 anni e sono ancora qui, a divertirmi con la Proprietà intellettuale. Chi ha mai detto, infatti, che per parlare di cose serie, anzi serissime al punto di rischiare di essere noiose, non si possa veleggiare leggeri? Per restare nella metafora, ho pensato di rivolgermi ai "naviganti", naturalmente quelli che oggi vanno per rete, magari cercando, legittimamente, qualche pesce e, come dal teutonico insegnamento, senza una meta precisa.
Voglio dire che, visto il poco tempo che abbiamo tutti, mi sembra più' utile in questo momento, attrarre l'attenzione sulle cose essenziali, pescando nel mare immenso delle informazioni, quelle che possono orientare il professionista e operatore della P.I. Ecco perché mi è parso emblematico intitolare il mio blog "Avviso ai naviganti!". Avviso, appunto, nel senso di avvertire, ri-chiamare l'attenzione e rinviare poi per gli approfondimenti, la prima sempre più distratta dai clienti che non pagano, i secondi sempre più compressi dalla ineludibili scadenze. Occorre, in altre parole, sentire dove ti può portare il vento e da dove viene. In questo mio esercizietto mi servirò molto delle immagini e della libertà di espressione (vedere per credere: www.stefanosandri.it).
Certo, quando si tratta di una sentenza della Corte di Giustizia, non è mica semplice. Una sera, davanti ad una birra ad Alicante, il non dimenticato Avv. Generale Dámaso Ruiz-Jarabo Colomer, al quale lamentavo la stucchevole ripetitività delle sentenze comunitarie, mi replicò che, almeno sul marchio e design, si stava costruendo passo passo la emergente giurisprudenza per cui bisognava saper cogliere le sfumature o nuove parole che venivano introdotte di volta in volta, per capire evoluzioni e tendenze. Il che però non ha impedito, anche di recente, grossi capitomboli nella coerenza delle motivazioni e loro pasticciacci.
Ma tranquilli: gli avvisi ai naviganti servono proprio a prevenire i pericoli. FidateVi dunque del vostro skipper!

 

Ascesa e caduta dell’attenzione nel ‘lavoro agile’

5 gennaio 2022

Secondo la celebre definizione di William JAMES “Tutti sanno che cosa è l’attenzione: è la presa di possesso da parte della mente, in forma chiara e vivida, di uno solo tra molteplici oggetti o pensieri” (JAMES W., Principles of Psychology,1890), centrata sulla caratteristica essenziale della sua funzione selettiva.

L’umore del torero: ma quello del toro?

16 marzo 2021

Qualche anno fa mi sono occupato del problema della identità delle forme in generale (Identità e confondibilità delle forme nella proprietà intellettuale, 2013) e della figura del torero, in particolare, sotto il profilo del marchio (Conoscere e riconoscere l’identità delle forme nella proprietà intellettuale, in Riv. Dir. Ind., I, 2014/2). Questa l’immagine del marchio comunitario considerato:

Connessioni

2 febbraio 2021

Connessioni? Se non sei connesso non esisti. Nell’immaginario collettivo, questa espressione ai giorni nostri è indissolubilmente legata alla Rete, dominio della comunicazione assicurato dall’avvento della tecnologia informatica alla quale tutti hanno facile e necessitato accesso. Necessitato perché il linguaggio scritto e orale sembra soppiantato dalla pratica telematica in ragione della sua rapidità, facilità, efficacia e diffusibilità nettamente superiori.

Cigni neri e cigni bianchi

14 ottobre 2020

Gli europei hanno creduto per secoli che tutti i cigni fossero bianchi finché non scoprirono che in Australia ce ne erano anche neri, seppur rari. Del resto già Giovenale (I-II secolo d. C.) lo citava in una similitudine: «[...] uccello raro sulla terra, quasi come un cigno nero» (rara avis in terris, nigroque simillima cygno).

L’elogio del buon senso

12 maggio 2020

L’”elogio” è molto gettonato nella letteratura. Tra i titoli che ricordo, conosciamo l‘elogio della follia (Erasmo da Rotterdam), l’elogio dell’imperfezione (Rita Levi Montalcini), l’elogio della lentezza (Lamberto Maffei), l’elogio della bruttezza (Umberto Eco), l’elogio della fuga (Henri Laborit), l’elogio dell’ozio (Bertand Russell e Robert Louis Stevenson, prima ci sarebbero Orazio, Cicerone, Ovidio e Seneca), l’elogio del diritto (Massimo Cacciari), l’elogio della vecchiaia (Paolo Mantegazza) e – modestamente – l’elogio della metafora (Stefano Sandri). Mi pare, dunque, arrivato il momento di aggiungere alla lista l’elogio del buon senso, che sta vivendo un momento di eccitata attualità nel nostro Paese.

Quando l’aquila vola basso

13 aprile 2020

La memoria collettiva, nella sua valenza sociale e pubblica di patrimonio memoriale di gruppi connotati da un forte collante identitario e principi generali condivisi, rimanda a concetti presenti in ogni ordinamento europeo. Nella P.I. assume particolare rilievo nella disciplina del marchio comunitario (Regolamento UE 2017/1001, art. 7, 1, f) che nega la registrazione nel caso di contrarietà all’ordine pubblico o al buon costume. Il divieto non implica quello della libertà dell’uso del marchio, ma la delimitazione degli interessi da tutelare.

Il Tribunale Generale sulle varietà vegetali

7 giugno 2019

La varietà delle mele denominata Pinova, è tutelata in Germania con un titolo di protezione delle varietà vegetale, sulla base della quale è stata richiesta la registrazione comunitaria presso l'OCVV (Office communautaire des variétés végétales) in virtù del Regolamento CE n. 2100/94.

La Vespa non vola alto sul cielo di Torino, note a margine di una sentenza

20 maggio 2019

Ha fatto molto rumore la sentenza della Corte d'appello di Torino (C.A.Torino 677/2019, 16/04/2019, ZNEN/PIAGGIO) in cui la Piaggio ha visto riconosciuto, in conferma della sentenza di primo grado, il proprio diritto sulla forma della Vespa in quanto tale, il suo famoso scooter. Per arrivare a questa conclusione, la Corte si è basata sulla disciplina del marchio di forma, su quella del diritto d'autore e dell'imitazione servile. In particolare, ha ritenuto valido il marchio - non titolato e poi registrato - vantato dalla Piaggio sulla forma dello scooter, superando l'obiezione della sua esclusiva funzionalità tecnica e del valore sostanziale attribuibile al prodotto.

Oltre l'unitarietà dei segni

9 maggio 2019

L'art.22, 1. del CPI (Unitarietà dei segni distintivi) recita:    È vietato adottare come ditta, denominazione o ragione sociale, insegna e nome a dominio di un sito usato nell'attività economica o altro segno distintivo un segno uguale o simile all'altrui marchio se, a causa dell'identità o dell'affinità tra l'attività di impresa dei titolari di quei segni ed i prodotti o servizi per i quali il marchio è adottato, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni.

Mele e pere

30 aprile 2019

Le mele sono simili alle pere? Questo interrogativo di incommensurabile banalità ha occupato in gran parte il Tribunale Generale (T-215/17, 11/01/19, Apple Inc. vs. Pear Technologies Ltd.) nella sentenza che ha messo a confronto la celebre mela dell'APPLE con quest'altra raffigurazione:

I pittogrammi e l’EUIPO

18 aprile 2019

Il pittogramma è una figura, segno, simbolo con funzione segnaletica. Segno che rappresenta un oggetto o una persona in forme semplificate e che per convenzione viene usato come segnale, per richiamare l’attenzione e comunicare una informazione. Ne do qui alcuni esempli:

Celebrities

12 aprile 2019

Celebrities, ovvero in italiano ‘celebrità’, nel senso più ampio del termine. Ma se ci riferiamo a delle persone, può non essere agevole definirne le connotazioni. Quand’è che ci troviamo davanti a una celebrità, nel mondo della scienza, dell’arte, dello spettacolo?” Qualcuno noto o riconosciuto da molte persone, rinomato”, è stato proposto. Oppure: Una celebrità è una persona ampiamente riconosciuta dalla società”. EINSTEIN, MOZART, Papa FRANCESO o Francesco TOTTI: è chiaro di chi stiamo parlando.

VUITTON e le scorciatoie dell’EUIPO

5 aprile 2019

Il nostro cervello è plastico, nel senso che si è scoperto che ha un’innata capacità strutturale che lo predispone ad adattarsi al mutare delle circostanze e del contesto in cui opera. Più o meno l’avevamo  già intuito, ma psicologi e cognitivisti americani ci hanno costruito sopra, sulla base delle recenti evidenze delle neuroscienze, una vera e propria teoria comportamentale, quella dell’belief adjustement, dell’aggiustamento, che, naturalmente, interessa anche il giudice e il suo orientamento nello svolgimento del processo decisionale (me ne sono già occupato nel mio Avviso ai naviganti, Io sò io e voi non siete...).

KAHNEMAN! Chi era costui?

29 marzo 2019

Mi viene in mente il famoso interrogativo di Don Abbondio di manzoniana memoria, perché la stragrande maggioranza delle persone lo ignora. Ma Daniel KAHNEMAN, invece, dice molto agli studiosi della mente tra cui –come si usa dire – va per la maggiore, ed è ben per questo che lo cito spesso nei miei Avvisi. KAHNEMAN è un neuroscienziato, psicologo, economista dell’Università di Princeton e forse qualcuno ricorderà che gli è stato attribuito un premio Nobel per i suoi studi sulla mente (il suo lavoro più noto è tradotto in italiano da Mondadori, Pensieri lenti e veloci, 2017).

Design e territorio

22 marzo 2019

Sono pochi i casi che hanno riguardato nella nostra giurisprudenza il rapporto diretto tra il design e il territorio. Ricordo a fatica una controversia relativa alla protezione sotto il profilo del diritto d’autore dell’immagine dell’arena di Verona espressa in un’icona rappresentativa della città e un altra sulla confondibilità come marchio dell’immagine del Colosseo a Roma, a simbolo della città eterna.

Adoro te e la libertà di sognare

15 marzo 2019

Recenti decisioni dell’EUIPO confermano la consolidata giurisprudenza negativa in tema di marchi cd. evocativi e suggestivi. Dopo il caso ARMONIE (commentato nel mio Avviso ai Naviganti, con l’emblematico titolo di Canzoni stonate, in SPRINT sistema proprietà intellettuale) la 5° Commissione di ricorsi riprende il tema nella identica motivazione, argomentazioni e conclusioni, nel caso molto simile ADORO TE (EUIPO 25/01/2019, R 1703/2018-5).

Riconoscere la testimonial

8 marzo 2019

Vi ricordate certo di Elisabetta CANALIS, quella bella ragazza che per un pò sembrava dover sposare il bellissimo George CLOONEY? Beh, ha fatto causa ad una società che ne aveva manipolato l’immagine, dopo la scadenza degli accordi a suo tempo intervenuti, e l’ha vinta, e con piena ragione.

Advocacy

4 marzo 2019

ll termine descrive la situazione in cui un consumatore, spontaneamente sollecitato, raccomanda un certo brand  ad amici o parenti. Corrisponde al nostro passaparola. L’advocacy può avvenire anche spontaneamente per effetto della semplice partecipazione ad un gruppo. E’ la parola chiave, la keyword del momento e – anche se non è nuova –viene posta al centro  del marketing 4.0 dal fondatore del marketing moderno, il mitico Philip KOTLER.

Canzoni stonate

25 febbraio 2019

E’ il titolo di una famosa e bellissima canzone di Gianni MORANDI: degli amici si incontrano e in piena armonia qualcuno suona la chitarra, e stona. Anche il Tribunale UE (causa T‑88/18, 05/02/2019, ARMONIE)  si  riunisce in buona armonia, ma stona, anzi stecca. Almeno questa è la mia idea che vorrei spiegare.

Achtung! Mind the gap!

5 febbraio 2019

Tutti sanno cos’è l’attenzione, ma definirla è un’altra cosa. Per quello che interessa la proprietà industriale possiamo dire che ci aiuta a selezionare le informazioni che provengono dal mondo esterno che così vengono depositate nella nostra memoria.

Conta solo la domanda

11 gennaio 2019

Conta quello che dico io o decide l’EUIPO? Mi sono già occupato del problema, ma mi pare che è pacifico, nei giudizi di nullità e invalidazione del marchio registrato, che l’accertamento della identità del segno debba fondarsi unicamente su quanto appare dalla domanda di registrazione (cfr. Avviso ai naviganti, Il cubo di RUBIK), come insegna la nostra migliore dottrina (SENA in particolare). Diversa potrebbe invece essere la soluzione nei procedimenti di contraffazione.

Il magic number seven

3 gennaio 2019

Questi due marchi europei, destinati a contraddistinguere nella classe 9 lenti, occhiali e accessori, sono o no confondibili?

Tutelabilità di un sapore con il diritto d’autore

5 dicembre 2018

La questione centrale esaminata dalla Corte di Giustizia (C-310/17, 13/11/2018, presentata dall’Avv. Cavagna su SPRINT Sistema Proprietà Intellettuale) è se il sapore di un alimento possa essere protetto ai sensi del diritto d’autore. Si tratta del sapore dell’HEKSENKAAS, un formaggio spalmabile con panna e erbe aromatiche, creato nel 2007 da un commerciante olandese, che ho già commentato di recente in Avviso ai naviganti: Che sapore ha? Tempi duri in arrivo per i master chefs, esaminando in particolare le conclusioni presentate dall’Avv. Generale M. Wathelet.

Quando lo chef esagera: i marchi di movimento

26 novembre 2018

Nel mio recente post (Che sapore ha? Tempi duri in arrivo per i master chefs) ho reiterato i dubbi sulla registrabilità dei marchi di sapore e la tutelabilità delle ricette culinarie come opere creative protette dal diritto d’autore. Ma i chefs, più o meno master, sono sempre più all’ordine del giorno ed ecco che si affacciano ora anche nei marchi di movimento, che per inciso, insieme agli altri marchi di immagini rappresentano ormai più del 40% delle domande globali di marchi.

Se anche le scimmie si fanno un selfie: quid juris?

19 novembre 2018

Pare che una scimmia (macaco), di nome NARUTO, del parco nazionale di North Sulawesi (Indonesia) abbia azionato l’autoscatto della macchina del fotografo David Slater, posizionata su cavalletto per inquadrare un determinato scorcio, un vero e proprio selfie, insomma.

Lo spezzatino è andato in fumo

24 settembre 2018

Qualcuno ricorderà forse questo marchio che ha costituito oggetto di un mio Avviso ai naviganti (157 paragrafi per negare la libertà dell’impresa, 27/11/2016), fortemente critico nei confronti della sentenza T-579/14, 09/11/2016, Birkenstock Sales GmbH che ha concluso per la mancanza di distintività del segno in quesione. Scrivevo che avviluppato nella rete dei suoi frammentati precedenti, il Tribunale era riuscito a cucinare uno spezzatino di argomenti per negare il marchio comunitario a questo segno. La Corte di Giustizia (C-26/17, 13/09/2018) ha ora confermato la sentenza ricorsa (questa volta mettendoci solo 78 paragrafi), mandando così in fumo lo spezzatino.

Che sapore ha? Tempi duri in arrivo per i master chefs

17 settembre 2018

Difficilmente la domanda potrà maturare in un marchio distintivo di un prodotto o godere della protezione del diritto d’autore. I segni c.d. gustativi fanno parte dei segni non-convenzionali (come quelli sonori, olfattivi etc.) ma la loro registrabilità come marchi è sempre stata esclusa. Per questa ragione le imprese - sempre allettate dall’idea di provocare comunque l’attenzione dei consumatori – si sono orientate verso delle forme alternative di tutela, come quelle offerte dal DLA.

Attenzione: più attenzione

30 luglio 2018

Ne ho viste di cotte e di crude, da quando ho avuto l’incauta leggerezza di accogliere l’invito dell’UIBM a dar loro una mano come esaminatore nelle opposizioni. Il che è comprensibile, perché all’inizio Avvocati e Consulenti hanno pensato bene di applicare – mutatis mutandis – la loro esperienza derivante dal sistema opposizioni nel marchio comunitario. 

Io so’ io e voi non siete...

23 luglio 2018

Chi non conosce questa esilarante battuta del Marchese del Grillo (in arte Alberto Sordi), che la mia innata decenza verbale m’impedisce di completare? A volte, mi son chiesto se questo non fosse il recondito pensiero stizzito di quel giudice al quale avevo cercato di mostrare il valore di una decisione nord-americana o britannica.

Progettare: dove finisce la creatività

10 luglio 2018

La creatività è alla base di ogni risultato riconosciuto e protetto dalla Proprietà intellettuale: dal brevetto, al marchio, dal design all’opera d’autore. Anzi è proprio nel diritto d’autore che trova la sua massima esaltazione ed espressa disciplina nell’idea del progetto. Non solo quello architettonico, è evidente, ma in senso lato, ogni processo mentale originale e innovativo nel problem solving.

L’ultima favola delle scarpette rosse

2 luglio 2018

C’era una volta un bravo artigiano, dal nome un pò buffo, Louboutin, che faceva delle belle scarpette per signore. Louboutin lavorava nella foresta, la foresta della Concorrenza, dove aveva molti amici, ma anche nemici che gli rendevano la vita difficile. Non era contento, ma una bella mattina si svegliò con una idea: perchè non colorare di un rosso brillante la suola delle sue scarpette?

Una rivoluzione copernicana nel mondo del marchio?

18 giugno 2018

Stiamo assistendo ad una rivoluzione copernicana nel marchio? E’ questa la inquietante domanda alla quale cerco di dare una risposta nel mio ultimo libro, Click-Community e New-consumer, cosa cambia nel marchio. In effetti, è un pò che mi stavo chiedendo, nel continuare le mie ricerche sul consumatore e la sua percezione del marchio, se i rivolgimenti, cambiamenti e stravolgimenti che stiamo vivendo in questi ultimissimi tempi nel nostro vivere e nel rapportarci agli altri non abbiano un qualche impatto nel rapporto tra l’impresa e i suoi interlocutori, e non meritino quindi maggiore attenzione. Tanto più che il diritto vive l’adattamento con fisiologico ritardo.

La fatica percettiva

10 maggio 2018

Se scrivo ‘BLACK’ in bianco, che succede? Niente, secondo il Tribunale Generale (T-06/17, 07/03/2018, BLACK LABEL/ LABELL), per il semplice motivo che non ha affatto esaminato e considerato se e come la intrinseca conflittualità cromatica possa influenzare la percezione di un marchio figurativo.

Messi, troppo forte

1 maggio 2018

E’ il giocatore di calcio più pagato al mondo e i suoi business evidentemente li sa fare (a parte qualche incidente di percorso con il fisco spagnolo). Non sorprende allora che già nel 2011 si sia registrato il suo bel marchio per l’abbigliamento, e dintorni. Eccolo qui:

Quale pubblico rilevante?

23 marzo 2018

La recente sentenza della Commissione dei Ricorsi nel caso DE CECCO (CR n. 21/18, 29/01/18, PASSATA RUSTICA) offre lo spunto ad alcune considerazioni in tema di pubblico rilevante (o pubblico di riferimento, così come si esprime la giurisprudenza comunitaria). La sentenza ha ritenuto il marchio verbale dell’opponente, costituito dai termini ‘rustica’ e ‘passata’ considerati deboli e descrittivi nel settore alimentare, manifestamente diverso dal marchio complesso contestato in cui dominava il logo della De Cecco. Nulla quaestio.

La guerra dei conetti: marchio Vs. design

27 febbraio 2018

Un design è pacificamente diverso da un marchio, per natura, funzione e interessi protetti. In particolare, un design inerisce direttamente al prodotto che intende rivestire di una forma attraente per il consumatore, mentre nel marchio questo legame è più immateriale perché serve a comunicargli da quale impresa il prodotto proviene. Eppure è chiaro che ci sono dei punti di contatto, se non altro perché si rivolgono allo stesso soggetto, il consumatore, appunto.

L'identità e il riconoscimento dello stile nell’arte astratta

20 febbraio 2018

Il titolo sembra terribilmente serio. Ma state tranquilli: questo mio "avviso" nasce dal buon senso e dalla mia appassionata esperienza nella pittura. Dunque, sembra che la nostra Cassazione (Sez.I, n. 2039, 26/01/2018) abbia affrontato per la prima volta (S.&O.) l’intrigante problema della tutela dell’espressione artistica di un artista, nello specifico il noto pittore contemporaneo Emilio VEDOVA, quando si esprime  con le modalità dell’arte astratta.

Iperboli, esagerazioni, vanterie e fanfaronate varie

18 gennaio 2018

Viviamo in una dimensione iperbolica: nella disperata ossessione di trovare il tempo e lo spazio che non abbiamo più, siamo costretti a cercare l’esagerazione, per comunicare e farci notare, fino al punto di creare o credere a delle balle spaziali (tecnicamente: fake news, dette anche meno elegantemente, bufale o sole). Iperbole sta, infatti, per esagerazione di un concetto oltre i termini della verosimiglianza, per eccesso (Totti, il nostro capitano) o per difetto (non dura più di un gatto sulla tangenziale).

Piccolo è bello e a volte vince pure

4 gennaio 2018

E’ succcesso. La Corte di giustizia (C-397/16 e C-435/16, 20/12/2017) ha dato ragione alla Acacia, piccola, o quasi, azienda del salernitano, ma leader nella fornitura di cerchioni identici agli originali delle più note case automobilistiche, in primo luogo quelle tedesche. Le quali per ben quattro anni l’hanno attaccata in tutta Europa, pretendendo di vantare un diritto di esclusiva sul design dei loro cerchioni, impedendone la riproduzione da parte della Acacia, forzando l’interpretazione della famosa clausola di riparazione.

Tutti in convento

13 novembre 2017

La Cassazione spedisce tutti in convento, Tribunale Europeo e Commissione dei ricorsi inclusi, naturalmente a scontare i loro peccati.

Ha senso ragionare del paradigma di un consumatore?

19 giugno 2017

Paradigma è una parola difficile, ma qui vuol solamente dire, in forma concisa, modello, tipo, categoria. Il dubbio esposto nel titolo, l’ho da tempo ed è la inevitabile conseguenza di quando abbiamo cominciato a discutere del consumatore in termini di ’pubblico rilevante’ nel diritto del marchio comunitario.

E pur si move...

13 giugno 2017

E pur si move...avrebbe detto Galileo GALILEI, pensando alla terra, ma noi esclameremmo allo stesso modo guardando la domanda di questa registrazione di un marchio di movimento?

L'EUIPO e l'asino di Buridano

5 giugno 2017

Il famoso apologo narra come un asino, posto tra due cumuli di fieno perfettamente uguali e alla stessa distanza, non sa scegliere quale iniziare a mangiare morendo di fame nell'incertezza.

SEAT e la Diagonal(e)

27 aprile 2017

Tutti riconoscono l’attuale logo della SEAT ma forse non tutti sanno del retroscena, a dir poco curioso,  che sta dietro alla creazione del logo che è stato oggetto di un restyling nel 2012, in occasione della presentazione del nuovo modello LEON.  

I diversi gradi della distintività del marchio

7 febbraio 2017

La decisione UIBM 25/09/2015, n. 232, BIODERMA/BIODHARMA, ora pubblicata, mi ha permesso di prender posizione, essendone l’estensore, sui criteri di accertamento della distintività di un marchio, specie se di natura forte o debole, tentando di correggere una interpretazione decisamente tralatizia e astratta che la Commissione dei ricorsi sembrava aver preso nella sua prima giurisprudenza nei procedimenti di opposizione.

Maremmamaiala

31 gennaio 2017

Però, questi “maledetti toscani”, verrebbe da dire con Curzio MALAPARTE (guardando questa immagine pescata in Internet). Un po’ pesanti, ma spiritosi.

Il circo degli horror e gli "schema" di BARTLETT

24 gennaio 2017

Oggi si copia tutto, anche l’horror, quando diviene spettacolo. In una controversia piuttosto originale, il Tribunale di Roma (ord. collegiale, 06/06/2016, nei procedimenti cautelari riuniti n.7391-16, 8805-16 e 11581-16) infatti, si è dovuto occupare di un caso singolare di plagio, inserito questa volta nel contesto circense. La presentazione del caso si legge nell’introduzione dell’Avv. Fabio GHIRETTI (Plagio di uno spettacolo circense: il caso del Circo de los horrores vs. Circo degli orrori: infierno).

Soggettività e oggettività nel marchio

13 dicembre 2016

La creazione di un marchio, come tutti i risultati che nascono dalla creatività intellettuale, è operazione complessa, alla quale concorrono tutta una serie di fattori: intuizione, progettazione, strategia, tattica, programmazione, obiettivi.

Oltre l’identità

6 dicembre 2016

Nell’accertamento della confondibilità tra le forme, comprese quelle che si esprimono in un marchio, un design, un brevetto o un’opera d’autore, siamo abituati a verificare – in qualunque procedimento l’accertamento possa aver luogo – la presenza o meno nella comparazione dell’identità o della somiglianza.

Giallo-rossi? Ma quando mai...

1 dicembre 2016

Sono tifoso della Roma, e questo può essere materia di discussione, specie da parte di un tifoso laziale. Quello però che va discussa mi pare sia l'abitudine ormai inveterata da tempo in tutti quanti di designare i giocatori della squadra come i ’giallo-rossi'. Se c'`è infatti una cosa certa è che quei colori, come vengono comunemente intesi, non sembrano affatto coincidere con i colori sociali della squadra e delle maglie dei giocatori, praticamente da sempre, almeno nell'immaginario collettivo, caratterizzati dal rapporto cromatico qui rappresentato:

La parola fine sul cubo di RUBIK

22 novembre 2016

E’ finita? Pare di sì. La Corte di Giustizia (C-30/15, 10/11/2016) ha definitivamente sancito l’invalidità del famoso cubo di RUBIK come marchio tridimensionale di forma, annullando la sentenza del Tribunale dell’Unione Europea. La sentenza ricorsa è stata già oggetto di un mio precedente commento (Il cubo di Rubik alla Corte di giustizia, in Avviso ai naviganti, giugno di quest’anno), in cui mi sono, in particolare, soffermato sulle conclusioni dell’Avvocato Generale.

Post-truth & IP

18 novembre 2016

La forza delle parole. IP, o PI, sappiamo tutti che sta per Proprietà Intellettuale, ma quanti conoscono il significato di post-truth? Ce lo spiega l’Oxford Dictionary che l’ha scelta "parola internazionale dell'anno" per il 2016. Si tratta di una situazione in cui "i fatti obiettivi sono meno influenti sull'opinione pubblica rispetto agli appelli emotivi e alle convinzioni personali": Brexit, Trump e l’italico referendum ne forniscono degli ottimi esempi. Oltre-la verità, appunto.

Ma cos’è l’effetto STROOP?

10 novembre 2016

Secondo il Tribunale dell’Unione Europea (T-29/16) questo marchio sarebbe descrittivo dei prodotti del caffè e affini (art. 7, paragrafo 1, b), c) RMC). In particolare – motiva la sentenza – mentre l'elemento figurativo del segno ha alcune caratteristiche specifiche, resterebbe il fatto che quelle caratteristiche sarebbero incapaci di trasmettere un’impressione immediata e duratura nel pubblico di riferimento, dal momento che tali elementi (la cornice, il posizionamento e dimensione del termine NERO, il carattere utilizzato) sono del tutto comuni  (punto 42).

Attenzione alle merendine per i leoni

4 novembre 2016

Il consumatore non analizza nei dettagli quello che vede. Nel marchio di un prodotto, ma anche in un design o nell’allestimento di un negozio. Ormai l’assunto è diventato, in particolare, un vero e proprio standard giuridico nella giurisprudenza sulla valutazione del rischio di confusione tra marchi. Dato che tale valutazione si fonda innanzi tutto sull'impressione complessiva prodotta dai marchi nel consumatore (il c.d. pubblico rilevante, se vogliamo essere più eleganti), ne consegue, logicamente, che il “consumatore medio, "vede" normalmente il marchio come un tutt'uno e non effettua un esame spezzettato dei singoli elementi” (da ultimo CASS.27/05/2016, n.11031 FERNET BRANCA, nella pronuncia che ho definito come “Il vademecum della Cassazione sulla confondibilità tra i marchi).

Senza titolo

31 ottobre 2016

Questo ritratto non ha titolo, ma solo una data. Eppure chi, tra gli amanti delle arti figurative, non è in grado di riconoscerlo come uno dei numerosi ritratti di Rembrandt?

La riforma marchi a Parma

25 ottobre 2016

Al convegno dell’Università di Parma del 21 ottobre, Nuovi marchi per l’Europa, c’erano proprio tutti: professionisti, associazioni, istituzioni, imprese; straordinaria capacità organizzativa e attrattiva di Cesare Galli? Certamente, ma anche la palese conferma della vitalità della Proprietà Intellettuale.

Il caso HONDA: chi tosa l’erba e chi compra motori

20 ottobre 2016

La forma di questo motore è stata ritenuta dal Tribunale di Milano (sentenza 11/04/2016, RG 4507/2016, HONDA/BRIGGS) priva di capacità individualizzante  e standardizzata. Si tratta di gruppi motori della serie GX prodotti e commercializzato da Honda con la funzione di fornire l’energia o forza motrice per azionare svariate macchine operatrici, quali ad esempio pompe,  falciatrici, tosaerba, trattorini, vale a dire gruppi motore destinati al settore agricolo, giardinaggio e “fai-da-te”.

La prova nel design: ma quanto è dura!

6 ottobre 2016

La sentenza T-420/15, 14/07/2016 del Tribunale U.E. ha sancito la nullità di questo design, applicato decorativamente alle ceramiche. Prima di esaminarne le motivazioni – che ritengo, lo anticipo, corrette – mi pare di dover fare alcune considerazioni sulla forma del design e le limitazioni che subisce la sua tutela giuridica, quando diviene oggetto, appunto, di un design.

A proposito dell’arte applicata

3 ottobre 2016

Qualcuno ha avuto l’idea di riprodurre la celebre immagine de Il bacio di Gustav KLIMT su una trapunta per venderla. Arte applicata? Può darsi e dato che il celebre artista è morto nel 1918, i suoi eredi non potrebbero lamentarsi più di tanto. I 70 anni per la protezione del diritto d’autore sono, infatti, scaduti e l’opera dovrebbe essere in pubblico dominio. Il problema dunque dovrebbe riguardare se mai l’azienda, se la sua sovra coperta le venisse copiata. Ma perché questi condizionali?

Il Tribunale U.E. si sveglia

3 ottobre 2016

Ma cos’è? Capisco che deve trattarsi di uno spartito musicale, che io non so leggere. Ma poiché è arrivato agli onori delle cronache giudiziarie (spiego subito) vado da un mio amico violinista che mi dice “ è un pentagramma in chiave di violino su un tempo di 147 semiminime al minuto contenente la ripetizione di due sol diesis.” 

Verso un nuovo concetto di affinità

22 luglio 2016

L’affinità tra prodotti/servizi costituisce, insieme all’identità/somiglianza tra i segni, elemento costitutivo fondante il giudizio di accertamento della confondibilità tra i marchi. Evidente pertanto, in assenza di una definizione normativa, l’interesse all’approfondimento interpretativo del concetto, tanto più che i due elementi sono in quel giudizio cumulativi, e non alternativi.

Le ruote girano: i cerchioni alla Corte di giustizia

15 luglio 2016

Nel mio articolo “Clausola di riparazione e cerchioni di autoveicoli” (Il Dir. Ind. 01/2014) avevo tra l’altro previsto che “Non è da escludersi che in una delle numerose sedi del contenzioso la questione possa essere portata all’attenzione della CdG.”

La Cassazione castiga i furbetti del software

29 giugno 2016

Quante volte succede che chi ha ottenuto una licenza d’uso esclusivo per un software individuale ne diffonde e moltiplica l’uso tra i diversi componenti del proprio studio o della propria azienda, nonostante il divieto di sub-licenza? E’ giusto che il corrispettivo di una licenza prescinda dal numero degli utilizzatori? Naturalmente molto dipende dagli accordi tra le parti, ma l’esperienza insegna quanto sia difficile contestarne e comprovarne la violazione. A tutto però c’è un limite e ora la Cassazione sembra porre dei paletti ai furbetti del software.

Fernet Branca: il VADEMECUM della Cassazione sulla confondibilità tra i marchi

6 giugno 2016

La Cassazione (sentenza 27/05/2016, n. 11031, FERNET BRANCA), ha annullato la sentenza ricorsa della Corte d’appello di Milano, 4/03/2009, per non aver applicato i criteri che governano l’accertamento della confondibilità tra i marchi, rinviando dunque ad altra sezione della Corte d’appello (naturalmente sempre di Milano, e non di Roma come si legge nel dispositivo) perché si giudichi se sono o meno confondibili i marchi e le etichette “FERNET FRANZINI” e quelli della “FERNET BRANCA” qui riprodotti:

Il cubo di RUBIK arriva alla Corte di Giustizia

31 maggio 2016

Forse qualcuno ricorderà uno dei miei primi spot in Avviso ai naviganti dell’aprile dell’anno scorso (C’è cubo e cubo), in cui ho presentato la sentenza del Tribunale Generale (T‑450/09, 25 novembre 2014, Simba Toys GmbH & Co. KG/Seven Towns Ltd) che ha riconosciuto al celebre cubo di RUBIK la tutelabilità come marchio di forma comunitario (mentre i vari brevetti per invenzione sono nel frattempo scaduti).

Un po’ di America non guasta

30 maggio 2016

Siamo tutti abituati a credere che la visione nordamericana della Proprietà intellettuale e Industriale sia eccessivamente business oriented. Questa diversa impostazione è all’origine di non pochi contrasti con il sistema europeo, in particolare quello comunitario, restio a concedere dei diritti di esclusiva di sfruttamento alle idee, piani o programmi, per quanto nuovi e originali possono essere, se non si traducono concretamente in una forma espressiva definita e autonoma, sia sotto il profilo brevettuale o del diritto di marchio.

Rinomanza o notorietà?

23 maggio 2016

Incredibile. Ma a distanza di decenni dall’introduzione del marchio di rinomanza nell’ordinamento nazionale e comunitario, dobbiamo ancora porci l’interrogativo della loro differenza. Guardiamo, ad esempio, la recente sentenza del Tribunale di Firenze (T-Firenze 26/04/2016, n.1607/2016) e notiamo che “…ritiene il Collegio (che) il marchio notorio…”, quando palesemente emerge dalla motivazione che il Tribunale ha inteso riferirsi al marchio MARCHESI ANTINORI per negargli la tutela del marchio di rinomanza.

Forma e sostanza nella P.A.

16 maggio 2016

Della burocrazia e dei formalismi non ne possiamo più. Ma l’una e gli altri non sono solo degli insopportabili ferri vecchi che ci rendono la vita difficile, ma anche l’espressione di un modo di pensare, duro a morire, come quando si pensa di dichiarare inammissibile un ricorso perché ci si è sbagliati di casella nel modulo.

In giardino

6 maggio 2016

La Proprietà intellettuale è un giardino in cui si coltiva un pò di tutto, ma con i cancelli aperti. Che cosa intendo dire? E quanto può essere utile al ‘giardiniere’ ? [1]

Willy e la memoria collettiva

26 aprile 2016

E’ il doodle di GOOGLE celebrativo dell’anniversario di William (Willy, per gli amici) Shakespeare. L’abbiamo visto tutti. Per me è un capolavoro della comunicazione. Sintesi e composizione genialmente fusi nel messaggio.

Forse che sì, forse che no

26 aprile 2016

Ma insomma sono tutelabili o no gli allestimenti dei negozi? Neanche qualche settimana fa il Tribunale di Milano ha suscitato un polverone per aver riconosciuto alla KIKO la tutela dell’aspetto dello spazio vendita della sua rete di esercizi commerciali nei confronti di una concorrente, altrettanto famosa, condannata ad un risarcimento dei danni, il cui ammontare ha fatto da noi scalpore.

Fatto notorio e onere della prova

19 aprile 2016

Nei procedimenti c.d. inter-partes nel diritto comunitario, quelli in cui un terzo fa valere nei confronti di un marchio comunitario dei motivi d’impedimento relativi (ad esempio un diritto anteriore) si riconosce che tali procedimenti sono retti dal principio del contraddittorio. Sono quindi soggetti all’onere della prova da parte di chi fa valere o eccepisce un diritto. L’ufficio, in questo caso, è terzo e neutrale e può decidere solo sui fatti e le deduzioni che sono portate avanti dalle parti.

Moira Vs. Armando (ORFEI)

11 aprile 2016

E' dal 1800 che la famiglia Orfei è presente nel mondo circense e i diversi membri hanno dato vita a diversi circhi (Morena, Evelina, Ferdinando e naturalmente Moira). Tutti hanno convissuto senza darsi fastidio e senza confondersi.

Per il plagio, criteri diversi dalla percezione dell'opera d'arte?

8 aprile 2016

Le interconnessioni tra le opere d'arte e le loro riproduzioni utilitaristiche sono sempre più all'ordine del giorno nella società contemporanea. Prendiamo, ad esempio, il caso della protezione prevista dal diritto d'Autore (DA) nei confronti del contraffattore per plagio. E' un problema giuridico, che, come tale, deve essere affrontato giuridicamente. A partire dai dati normativi.

Bon apetit é descrittivo, ma di cosa?

7 aprile 2016

Nel mio precedente spot, Bimbo nostro, avevo espresso dubbi quanto all’immediata riferibilità di questo termine da parte dei consumatori italiani alla destinazione dei prodotti ai bambini o all'infanzia. E' una questione di fatto, ma è anche una questione di diritto, nella misura in cui involge il problema della corretta interpretazione dell'impedimento alla registrazione del marchio che designamo correntemente come descrittività del segno.

Bimbo nostro

4 aprile 2016

Quando si è appreso che ‘bimbo’ non poteva essere registrato come marchio comunitario, in Spagna, anzi più esattamente in Catalogna, dove il Grupo Bimbo è fortissimo e notissimo, è successo un mezzo finimondo. Vediamo prima i fatti.

Il Tribunale di Bologna sul marchio di colore

24 marzo 2016

La VIBRAM S.p.a. è leader mondiale nella produzione e commercializzazione di suole per calzature e mescole in gomma ad alte prestazioni. Rilevata la presenza sul mercato di calzature di un’azienda spagnola che portavano segni di color giallo distintivi analoghi a quelli oggetto di sue diverse registrazioni nazionali e comunitarie rappresentate in figure geometriche (ovale, ottagono, esagono, cerchio, quadrato), come qui esemplificativamente raffigurate:

Marchio debole - Marchio forte

21 marzo 2016

Nel recente IX Symposium dei giudici del marchio e disegno comunitario (Alicante, 4-5 novembre 2015) un’intera sessione è stata dedicata all’esame dell’incidenza del marchio debole e degli elementi deboli interessanti comunque il marchio, nel contesto del giudizio di confondibilità tra i segni.

Bello o brutto, basta che qualcuno dica che ha valore artistico

21 marzo 2016

Un’azienda di arredamento urbano introduce una linea di pensiline, denominata Libre e invoca la tutela del Diritto d’autore (LDA). Dice infatti l’art. 2, n. 10, LDA che sono tutelabili "le opere del disegno industriale che presentino di per sé carattere creativo e valore artistico".

TRUNKI: la valigetta continua a far discutere

15 marzo 2016

La valigetta TRUNKI è diventato un caso internazionale della proprietà industriale, sia per la singolarità della fattispecie, che per la complessità dei problemi giuridici che ha sollevato e che non sembrano aver trovato ancora una soddisfacente risposta.  Ho riportato nei dettagli il caso nell’appendice mio ultimo lavoro, Identità  e confondibilità delle forme nella proprietà intellettuale, Giappichelli, 2013. 

Fuori contesto

10 marzo 2016

Capita spesso nella casistica della comparazione tra marchi denominativi che un segno modifichi completamente il suo significato a seconda del contesto in cui si inserisce. Ne consegue che – almeno sotto il profilo concettuale – i segni vengono giudicati diversi. La giurisprudenza sino ad ora non sembra essersi resa conto più di tanto della criticità della situazione, relegandola ad argomentazione accessoria.

Attenzione del pubblico di riferimento: un chiarimento importante

8 marzo 2016

Nella sentenza T-61/15, 1/03/2016, 1e1, il Tribunale ha giudicato – diversamente dall’UAMI – questo segno non confondibile con il segno 1e1 nel settore dei servizi bancari, finanziari e assicurativi. L’interesse della decisione sta però nella motivazione: “the higher-than-average level of attention, combined with the very important visual differences between the conflicting signs, mean that the relevant public not only will not confuse the conflicting signs, as observed by the Board of Appeal, but also will not perceive the identical or highly similar services at issue in the present case as originating from the same undertaking or from economically-linked undertakings; the average degree of phonetic similarity and the weak conceptual similarity do not cast doubt on that finding” (punto 72). Il focus della decisione sta infatti nella definizione del ‘pubblico rilevante’, un aspetto che il Tribunale sembra voler distinguere dal suo ‘livello di attenzione’.

L’impressione generale secondo PUMA

7 marzo 2016

L’espressione “impressione generale” è probabilmente quella più ricorrente nei giudizi di confondibilità tra marchi e nella valutazione del design. Eppure, curiosamente, si dà per scontato che tutti sappiano di cosa si stia parlando e si guardano bene dal tentare di darne una definizione. Certamente si intuisce che l’impressione è qualcosa che viene dopo la sensazione (lo aveva già dimostrato il filosofo inglese David HUME), ma ora la sentenza  T-692/14, 25/02/2016, caso PUMA, ci impone il necessario approfondimento.

Diritto amaro

4 marzo 2016

A proposito della sentenza del Tribunale di Milano, 24/12/2015, in tema di diritto d’autore. La controversia ha riguardato l’opponibilità di un metodo d’ausilio nell’apprendimento per bambini non vedenti nei confronti di una sua riproduzione non autorizzata, che ha assunto diverse forme, didattiche, letterarie, educative e formative.

Che succede se i condomini litigano?

1 marzo 2016

Niente paura, non voglio proporVi una lite condominiale alla Fantozzi, ma il fatto è che spesso le domande di registrazione di marchio o le stesse registrazioni figurano intestate a più soggetti. E fin qui, niente di male. Ma se nelle liti attive o passive uno dei due partner decide di essere indipendente, per esempio rinunciando alla sua quota di comproprietà presunta, rifiutando il ruolo di litisconsorte necessario, non condividendo e non intendendo partecipare alle spese di una controversia?

MONCLER sì, IKEA no

26 febbraio 2016

Tutti conoscono e riconoscono questi due marchi che dovrebbero essere al di sopra di ogni sospetto di contraffazione.

La riforma marchi: l’Italia che fa?

24 febbraio 2016

La riforma marchi, il c.d. ‘pacchetto’, ormai è alle porte, ma nonostante la prossima data di entrata in vigore del nuovo Regolamento 2015/2424 sul marchio comunitario per il 23 marzo, il mondo della nostra P.I. sembra piuttosto distratto da altre ‘contingenze’, come è apparso evidente in occasione della anticipazione commentata del progetto che ho presentato il 10 febbraio scorso a Roma. Non così l’UAMI (che cambierà nome in EUIPO) che da tempo si sta preparando.

Il lato "b" e le "forme" della P.I.

22 febbraio 2016

Cambiano i tempi e neanche il lato ‘b’ può sottrarsi all’interesse delle imprese e quindi alla protezione che a vario titolo sono offerte dalla P.I. Il Tribunale di Milano (n. 472/2016, 14/01/2016) ha riconosciuto che “una tasca di pantaloni in grado di valorizzare e modellare i glutei della donna che li indossapossa essere oggetto di un valido brevetto per invenzione industriale. Eccolo qui, nella figurazione del prodotto realizzato:

Una strizzatina d’occhio ben riuscita

19 febbraio 2016

Può funzionare come marchio questa strizzatina? Il Tribunale di Milano ha detto di sì e con ordinanza cautelare del 28/12/2015 ha accolto il ricorso del titolare del relativo marchio nazionale, comunitario e internazionale, nei confronti di chi l’aveva stampato su delle magliette. Si tratta evidentemente di un marchio figurativo, per cui non si comprende bene che valore possa avere il fatto che sia ‘denominato Flirting’.

Arriva la F.1.: svelato il progetto Pirelli

15 febbraio 2016

Nel mio precedente spot sui Marchi di posizionamento, notavo a proposito del segno di forma rappresentato che per la Pirelli “Saranno le suggestioni spettacolari del mondo della F.1. dove l’azienda è fortemente impegnata, con i suoi pneumatici colorati ” . Possiamo ora tranquillamente rimuovere quella formulazione ipotetica. E’ stata infatti presentata in questi giorni la nuova Ferrari per il prossimo campionato di F.1.:

Cerchiamo di star dentro alle opposizioni

14 febbraio 2016

Eppure qualcuno non ha capito ancora come funzionano le opposizioni marchi da noi e crede di star davanti alla Corte d’appello di Milano! Ci sono invece dei limiti precisi che vanno rispettati e che nascono dalla natura del procedimento voluto dal nostro legislatore e che cercherei di riassumere, senza voler fare il professore più di tanto:

E se i buddisti si arrabbiassero?

8 febbraio 2016

I marchi “Buddha cafè” e “Buddha bar” sono nulli, così ha statuito la Cassazione pochi giorni fa (CASS. n. 1277, 25/01/2016, presentata qui). Una società francese ha contestato la contraffazione dei suoi due marchi comunitari da parte di una concorrente di Milano che, però – in via riconvenzionale – ne ha ottenuto l’invalidazione, con sentenza della Corte di appello di Milano, ora confermata dal Supremo Collegio.

Tutto quello che avreste voluto sapere sugli acronimi

4 febbraio 2016

Come reagisce un consumatore davanti a un marchio costituito da un acronimo, da un lato, e un marchio, dall’altro, che riproduce solo la stessa sequenza letterale? Chiariamo innanzi tutto che per "acronimo" si intende un nome formato con le lettere iniziali di determinate parole di una frase, come se fossero un’unica parola.

Una questione di stile

25 gennaio 2016

Si può copiare lo stile di un artista? In tal caso, l’artista può proteggerlo? Che dice il diritto d’autore? Sono domande sempre più ricorrenti al giorno d’oggi, visto che le imprese sono disposte a tutto, pur di trovare per i loro prodotti delle immagini attrattive che fuoriescano dal consueto e dal dejà vu.

Il caso NIVEA e la nascita del Tribunale del Popolo

18 gennaio 2016

Ci siamo. Come in Cina, possiamo vantare il nostro Tribunale del Popolo. L’idea mi è venuta leggendo il pezzo di Rosanna Magliano, Spunti di riflessione sul caso NIVEA/NEVE: la confondibilità concettuale tra marchi e il ruolo del ‘consumatore informato’. A proposito della sentenza del Tribunale di Milano (n. 9103, del 28/07/2015) che ha statuito che l’uso dei marchi NEVE e NEVE MAKEUP, considerata l’identità dei beni contraddistinti, costituisce una contraffazione dei marchi NIVEA e inducano il consumatore in confusione circa la provenienza dei prodotti stessi.

Gestaltung? Ma cos’è?

8 dicembre 2015

La Gestaltung è un movimento di pensiero degli anni trenta che ha dato origine alla psicologia della percezione e alle scienze cognitive moderne.

La forza del bisonte

27 novembre 2015

I polacchi ci riprovano ancora con la loro vodka ŹUBRÓWKA. Nel mio precedente spot loro dedicato (Vodka con erbette: cosa vedono i consumatori) avevo sottolineato le difficoltà di una percezione tridimensionale che identificasse nella linea obliqua che compariva nella bottiglia un’erba aromatica, come pretendeva la titolare del marchio di forma.

Vai dal parrucchiere e trovi la complementarietà tra i prodotti

24 novembre 2015

Non ci avevo ancora pensato, ma andare dal parrucchiere o dal barbiere può costituire un buon test sull’affinità tra i prodotti e i servizi. Il caso: la sentenza della CR n. 33/15, dell’8 giugno 2015, SEBASTIANO/SEBASTIAN, ha affrontato il problema della affinità tra i trattamenti di igiene e bellezza e i prodotti per la cura dei capelli e l’acconciatura, risolvendolo in nome della complementarietà.

Marchio collettivo: va trattato come gli altri marchi

12 novembre 2015

La sentenza del Tribunale Generale T-625/13, 2 ottobre 2015, si segnala per l’inusitata lunghezza dei suoi 153 paragrafi che non depone bene per il consolidamento della giurisprudenza comunitaria in tema di marchio, che viceversa dovrebbe andare nella direzione opposta di una sempre maggiore semplicità. E per la verità il caso era abbastanza semplice: diritti anteriori vantati da un’organizzazione pubblica indiana sul suo famosissimo thè, come da marchio comunitario denominativo e figurativo Darjeeling:

Eppur si muove…

22 ottobre 2015

Dopo anni trascorsi tra regolamenti, direttive, regole e regolette, eccezioni, combinati disposti, paragrafi, commi e via dicendo, mi sono chiesto al mio rientro in Italia se non valesse la pena di capire cosa passasse per la mente di un consumatore quando si incontra con un marchio, il che costituisce ormai il suo pane quotidiano, anche se il più delle volte non se ne rende conto.

Un Chateau Ausone? no grazie preferisco il Frascati

19 ottobre 2015

La domanda che pongo nel titolo sembrerebbe curiosa, prospettando una situazione improbabile. Ma è quella che emerge da una certa giurisprudenza sul consumatore di vini, spesso ripresa dall’argomento delle parti secondo cui occorrerebbe distinguere nel pubblico di riferimento dei marchi di vino i consumatori di particolare attenzione, ‘educati’ allo champagne, ai vini d’annata e quelli DOC (beati loro).

Siamo tutti dei nobili cavalieri

15 ottobre 2015

La sentenza T-193/12, 22/01/2015, è un ottimo esempio di pigrizia e teutonico conservatorismo. Il caso era semplicissimo: si confonde un bevitore di birra se si trova di fronte due immagini come quelle rappresentate, magari nelle relative etichette?

Giocando un po’, ma non solo

13 ottobre 2015

Il Tribunale Generale con le sentenze parallele T-492/13 e 493/13, del 03/03/2015, Schmidt Spiele GmbH, si è imbattuta in due segni, davvero particolari, per i quali una azienda tedesca ha chiesto la registrazione di un marchio comunitario. Eccoli qui:

Le signore saranno contente

12 ottobre 2015

Il 29/01/2010 lo stilista Christian Louboutin ha chiesto la registrazione del marchio comunitario qui rappresentato e che è stato così descritto nella domanda: ”Il marchio consiste del colore rosso (Pantone codice n 18.1663TP ) applicato alla suola di una scarpa, come mostrato (il contorno della scarpa non è quindi parte del marchio ma desidera evidenziare la posizione del marchio)”.

Onere della prova: quando non serve

9 ottobre 2015

Nei giudizi ordinari di contraffazione, nullità, decadenza sappiamo che il contenzioso è governato dal principio dell’onere della prova. E’ anche vero che viviamo nella società dell’informazione, per cui l’area della conoscenza dei fatti e del pubblico dominio si allarga sempre più. Fino a che punto però si può parlare di attenuazione o superamento di quel principio anche nei procedimenti che interessano la proprietà industriale? Ad esempio, se deduco la titolarità di un marchio come quello della Coca-cola o della McDonald devo forse provarne la notorietà, la rinomanza? E che ruolo giocano i sistemi che oggi gestiscono queste informazioni, come nel caso di Internet?

L'affinità tra i prodotti

5 ottobre 2015

Dopo gli studi dell’Autore sulla percezione e l’identità delle forme, questa ricerca affronta il problema della definizione della natura e limiti del concetto di affinità tra prodotti, nel contesto della confondibilità tra i segni nella proprietà industriale.

A proposito di borsette: nasce l’"utilizzatrice informata"

24 settembre 2015

Con le due sentenze T-525/13 e T-526/13, del 10/09/2015, Yves Saint Lauren si è vista riconoscere il carattere individuale richiesto dal Regolamento Comunitario e dal CPI per la registrabilità del disegno di una borsetta, sostanzialmente simili nelle due pronunce. La H &M ha contestato la sussistenza di tale connotato sulla base del suo diritto anteriore per il disegno della borsetta che figura nelle due immagini di destra (a sinistra quelle del design quella della YSL).

La Corte di giustizia precisa i limiti della prova sul secondary meaning

23 settembre 2015

Il 16 settembre ultimo scorso la Corte di Giustizia ha fornito ulteriori elementi di interpretazione su come deve intendersi il secondary meaning. Il caso ha riguardato la registrabilità come marchio della forma delle quattro barrette di cioccolato, note come Kit Kat (C-215/14, 16/09/20, sentenza pregiudiziale), per la cui soluzione vengono ribaditi i criteri in tema dell’impedimento delle forme esclusivamente  tecniche o utilitaristiche previste dall’art. 7, 1, e) (i),(ii),(iii) RMC, (anticipati nella sentenza C-205/13, HAUK , Tripp Trapp, per intendersi).

Inside Out: la memoria, dal diritto all’animazione

21 settembre 2015

Inside Out visualizza ed elegge a protagonisti della vicenda la Gioia, la Tristezza, la Rabbia, la Paura e il Disgusto, emozioni che guidano le decisioni e la crescita di Riley, dalla nascita alla pubertà. Dietro questa animazione, c’è però un solido studio che parte dalla struttura della memoria, analizza il meccanismo della formazione e rimozione dei ricordi, fino al profondo dell’inconscio, propone la loro rievocazione negli stati latenti della coscienza, come nei momenti di veglia.

Confermata la posizione dell’UIBM sull’uso del marchio comunitario

14 settembre 2015

Nel mio commento alla decisione Pepsi n. 32/2012 del febbraio scorso ho affrontato il problema del marchio comunitario dedotto come diritto anteriore nei procedimenti di opposizione, quando non vi sia prova del suo uso nel nostro Paese. Nonostante la complessità e delicatezza della questione, testimoniata tra l’altro dalla pendenza di procedimento pregiudiziale pendente alla Corte di Giustizia, riferita al paragrafo 10 della decisione citata, ho ritenuto che l’Amministrazione nazionale non potesse procastinare nel tempo quella risposta che gli utenti attendevano.

Tripp Trapp e la sua applicazione pratica (?)

31 agosto 2015

La 5a Commissione di ricorso dell’UAMI ha partorito, dopo lunga e sofferta gestazione, la decisione nel caso VITRA, volendo prima vedere cosa avrebbe detto la Corte di Giustizia nel caso Tripp Trapp sull’interpretazione dell’impedimento alla registrazione del marchio di forma quando questa dia esclusivamente valore sostanziale al prodotto.

La comunità mussulmana è "pubblico rilevante" per il marchio comunitario

6 luglio 2015

Una recente sentenza della Corte di Giustizia, C-147/14, del 25/06/2015, ha chiarito in un procedimento di interpretazione pregiudiziale attivata da una Corte d'Appello del Benelux, che l'art.9 del Regolamento 207/2009 "va interpretato nel senso che per valutare il rischio di confusione che può sussistere tra un marchio comunitario e un segno, i quali contraddistinguono prodotti identici o simili e contengono entrambi una parola araba dominante in caratteri latini e arabi, essendo siffatte parole simili sul piano visivo, qualora il pubblico di riferimento del marchio comunitario e del segno in questione abbia una conoscenza di base dell’arabo scritto, il significato e la pronuncia di tali parole devono essere presi in considerazione."

Motivazione delle sentenze pignola o completa?

25 giugno 2015

Viene chiesta la registrazione del marchio comunitario di questo segno per tutta una serie di prodotti e servizi. L’Ufficio di Alicante, esaminatore, prima, e Commissione di ricorsi, poi, dicono no: è generico e descrittivo. Sembra tutto semplice e chiaro, no? Macchè: il Tribunale comunitario (T-222/14, 04 giugno 2014, Deluxe Laboratories, Inc.) boccia la decisione: c’è un difetto di motivazione, vediamo perché.

I marmi del Partenone restano al British

28 maggio 2015

Jeremy Phillips riporta in MARQUES la notizia del cambiamento di rotta (qualcuno l’ha chiamato volta faccia) del Governo greco che ha rinunciato a perseguire legalmente il British Museum per riavere il fregio del frontone del Partenone di Fidia.

Quando i veri nemici sono troppo forti, bisogna pur scegliere dei nemici più deboli (Umberto Eco)

9 aprile 2015

Come a dire che è sempre irrealistico, se non pericoloso, ragionare in astratto. Partire da una definizione del marchio forte e del marchio debole, per inferirne automaticamente e direttamente “l’intensità della tutela che ne deriva” (sentenza CR 15/15) rischia di falsare la valutazione del rischio di confusione tra i segni, valutazione che -viceversa- deve tener conto di tutte le circostanze rilevanti e pertinenti al caso di specie, tra le quali è importante il grado di distintività, ma non in assoluto.

Affinità tra prodotti: primi ravvedimenti

17 marzo 2015

Nel mio post “Comprare degli occhiali Christian Dior per ripararsi dal sole?” ho denunciato “l’inconcludenza e superficialità di tutta una giurisprudenza, compresa anche la nostra, che pretende di liquidare un problema così complesso come quello dell’affinità, con la regoletta del tre: natura, destinazione e impiego che pretende di liquidare il problema dell’affinità, con la regoletta del tre: natura, destinazione e impiego.“.

Cerchioni: ormai è guerra tra Milano e Napoli

6 marzo 2015

Ho già sottolineato come l’interpretazione della clausola di riparazione sia estremamente controversa (La clausola di riparazione arriva alla Corte di Giustizia). Se un terzo riproduce esattamente in replica i cerchioni per un auto specificatamente indicata, per sostituirli in caso di  riparazione o perdita, può invocare il diritto di farlo perché in tal caso la sostituzione è destinata al ripristino del suo aspetto originario?

Se posso mettere i baffi alla Gioconda

24 febbraio 2015

Marcel Duchamp, ma anche Salvador Dalì, ed altri ancora, l’hanno fatto. Ma Leonardo era morto da un po’. Ora qualcuno ha pensato a Roma di vendere il Museo Pigorini. Franceschini, il nostro solerte Ministro della cultura, sufficientemente scandalizzato, ha posto subito il suo veto.

Prova d’uso del marchio comunitario

12 febbraio 2015

Quando in un procedimento di opposizione avanti all’UIBM il titolare del marchio contestato chiede che l’opponente provi l’uso effettivo del marchio anteriore può darsi il caso, sempre più frequente, che il marchio in questione sia un marchio comunitario.

Ritardo e ritardati

9 febbraio 2015

Chi si occupa di marchi è certamente familiare con il principio dell'"imperfect recollection", in base al quale nei giudizi di confondibiltà occorre tener presente che il consumatore confronta due segni (e direi anche i prodotti) sulla scorta del ricordo imperfetto ed incompleto che ha in memoria del segno anteriore. Chi diavolo si può ricordare le differenze tra questi due segni (decisione UIBM 239/2012):

Perché no?

28 gennaio 2015

Il Why not approach è un mio metodo, o forse un mio modo di dire, che propongo spesso nel solving problems della PI.. Mi è capitato in questi giorni di incontrarmi con una sua singolare applicazione.

Dei poteri della Commissione dei ricorsi

26 gennaio 2015

È pubblicata in questi giorni la sentenza della Commissione dei ricorsi 41/14 dalla cui motivazione, dovuta all’estensore Consigliere Massimo Scuffi (ben noto per i suoi approfondimenti e contributi sugli aspetti processualistici del marchio), viene data una prima indicazione, dei poteri della Commissione quando chiamata a decidere su un ricorso avverso la decisione dell’UIBM in un procedimento di opposizione.

La clausola di riparazione arriva alla Corte di giustizia

15 gennaio 2015

Nel mio articolo “Clausola di riparazione e cerchioni di autoveicoli” (Il Dir. Ind. 01/2014*) di un anno fà, avevo previsto (Profili di pregiudizialità in Corte di Giustizia) che “Non è da escludersi che in una delle numerose sedi del contenzioso la questione possa essere portata all’attenzione della CdG”. Alcuni paesi Membri, come la Germania e la Francia, non hanno infatti ancora introdotto una norma interna corrispondente alla repair clause, come è accaduto da noi (art.241 CPI), in base alla quale il diritto di un titolare di un design non può opporlo ad un terzo ricambista che produce e commercializza una parte (cerchione) di un prodotto complesso (auto), destinata a reintegrarne l’aspetto originario.

Il valore del marchio nelle Associazioni no-profit

7 gennaio 2015

Nella ordinanza collegiale del Tribunale di Roma 19/12/2014, pubblicata per esteso nel sito Marchi & Brevetti web, viene riconosciuta la legittimità del marchio “Amici del Colosseo” appartenente alla omonima associazione creata da Della Valle per il restauro del Colosseo (e la promozione della sua immagine), e la sua violazione da parte della concorrente “Veri amici del Colosseo”.

C’è cubo e cubo

2 dicembre 2014

Per una singolare coincidenza, l’immagine del cubo viene alla ribalta della giurisprudenza sul marchio in due casi contemporanei.