17 febbraio 2020
La sfida del trasferimento tecnologico
L’articolo intitolato “Licensing Invention Patents: the Challenge of TTO’s”, pubblicato su “les Nouvelles” offre molti spunti di riflessioni per i TTO manager accademici, che hanno il compito di trasferire tecnologie al settore privato, ricavandone un equo ritorno economico.
È talvolta difficile coinvolgere i ricercatori universitari nelle attività di trasferimento tecnologico perché molti sono più interessati nella pubblicazione di articoli scientifici piuttosto che nella commercializzazione delle tecnologie.
Alcuni problemi che i TTO manager si trovano ad affrontare sono i seguenti:
- Trasferire i risultati della ricerca di base: instaurare collaborazioni con gruppi di ricerca applicata oppure stipulare accordi con aziende, trasferendo conoscenze su base non-esclusiva, potrebbero essere due soluzioni da applicare.
- La valutazione delle invenzioni è una delle sfide più difficili per i TTO manager, che solitamente ricevono invenzioni a livello concettuale (TRL=2), spesso con dati limitati e un potere commerciale incerto (quando non esiste ancora un mercato). Riporto questa frase che mi pare significativa: “No one knows the right percentage of disclosure that should be pursued and there is no sure way to pick “the right ones” (“the winning horses”).
- La ricettività verso il licensing-in da parte delle grandi aziende è piuttosto bassa. Esse non riconoscono il valore delle invenzioni accademiche, che quindi potranno essere valorizzate solo tramite la costituzione di start-up. Molte università hanno dovuto instaurare delle cause di contraffazione per costringere le aziende a prendere in licenza alcune tecnologie, che già utilizzavano.
- Profilare l’inventore per decidere se depositare una domanda di brevetto: la sfida dei TTO manager è quella di sviluppare una buona relazione con gli inventori, tracciare il loro profilo, cercando di capire se sono davvero interessati allo sviluppo e alla commercializzazione delle loro tecnologie.
- Depositare una domanda di brevetto senza una sufficiente descrizione e supporto, non è di alcun interesse per nessuno (forse solo per l’inventore) e dovrebbe essere considerata una perdita di risorse (e di tempo).
- Un ambito di tutela limitato è inutile: chiunque potrà aggirare facilmente l’invenzione. Gli inventori tendono a focalizzarsi sulle differenze delle loro invenzioni rispetto alla tecnica nota piuttosto che sull’impatto commerciale di queste differenze.
- Stadio di sviluppo: più è avanzato e maggiori sono le possibilità di licenziare la tecnologia. Molte tecnologie non hanno il livello di maturità che l’industria sta cercando.
- In alcuni casi le tecnologie sono così “disruptive” che le grandi aziende non vogliono assumersi il rischio di svilupparle. Creare una start-up può essere una soluzione.
Un consiglio degli autori che condivido è quello di monitorare periodicamente il portafoglio brevettuale, valutando quali brevetti mantenere e quali dismettere, evitando così di incorrere in inutili costi.
Massimo Barbieri
Technology Transfer Office (Politecnico di Milano)