6 aprile 2020

Il trasferimento tecnologico nelle economie di transizione

Nell’articolo pubblicato su Research Policy, dal titolo “Commercializing university research in transition economies: Technology transfer offices or direct industrial funding?”, gli autori analizzano il ruolo dei TTO nella valorizzazione dei risultati della ricerca universitaria in Azerbaigian, Bielorussia e Kazakistan.

Nel contesto delle economie post-socialiste, in sistemi che prima erano altamente centralizzati e in cui non era necessario attuare meccanismi di gestione e di commercializzazione dell’IP, i TTO sono  ora notevolmente svantaggiati per tanti motivi, quali l’elevata burocrazia accademica,  la mancanza di incentivi economici per lo staff a commercializzare le invenzioni, la complessità delle negoziazioni e delle clausole contrattuali dell’IP, la carenza di finanziamenti, l’assenza di libertà nella gestione della proprietà industriale.

I TTO sono spesso percepiti dai ricercatori come un’ulteriore struttura burocratica, che non fornisce un valore aggiunto.

Inoltre, gli inventori non decidono le strategie di commercializzazione delle invenzioni finanziate dallo Stato e spesso non sono remunerati per l’attività di valorizzazione (la titolarità dei diritti appartiene alle università).

Tuttavia, gli scienziati possono essere assunti da aziende private o esercitare attività imprenditoriali.

Nelle economie di transizione, non sono i TTO ma i finanziamenti che l’industria fornisce direttamente agli scienziati a svolgere un ruolo fondamentale nel processo di trasferimento tecnologico, attraverso l’appalto di parte della ricerca industriale applicata, l’impiego di scienziati in aziende satellite di multinazionali, la stipula di contratti di ricerca finanziata o di consulenza o di ricerca collaborativa.

Il finanziamento diretto dell’industria è preferito dai ricercatori per i seguenti motivi:

  • Remunerazione dell’attività di trasferimento tecnologico (gli accordi di licenza sono sottoscritti con i ricercatori e non con le università);
  • Accesso a infrastrutture, risorse tecnologiche e finanziarie;
  • Possibilità di co-titolarità nelle domande di brevetto (e quindi di condivisione dei proventi tramite royalty);
  • Flessibilità;
  • Possibilità di ampliare la rete di conoscenze (nuove possibilità di interazioni informali e l’accesso a nuovi progetti).

Gli autori propongono tre soluzioni per migliorare il coinvolgimento dei ricercatori nel processo di trasferimento tecnologico:

  • L’introduzione del cosiddetto “Professor privilege”
  • Attuare una politica aperta sui fondi pubblici destinati alla ricerca;
  • Supportare l’intermediazione dei TTO nei rapporti tra i giovani ricercatori e l’industria.

 


Massimo Barbieri

Technology Transfer Office (Politecnico di Milano)