28 luglio 2016
L'EUIPO pubblica uno studio sul settore degli alcolici e dei vini: la contraffazione causa un danno di oltre 1,3 miliardi di euro all'anno
Lo studio, curato dall'Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, analizza il costo economico della contraffazione nell'industria degli alcolici e dei vini, in particolare le perdite dirette ed indirette, in termini di entrate settoriali e di posti di lavoro, dovute alla presenza di prodotti contraffatti, nonché l'impatto sulle finanze pubbliche.
Il valore del comparto nell'UE è complessivamente di circa 38 miliardi di euro l'anno e la presenza di prodotti contraffatti nel mercato genera una perdita di 1,3 miliardi di euro, pari a circa il 3,3%.
Lo studio si riferisce solo alla produzione, non includendo il commercio all'ingrosso ed al dettaglio data la mancata disponibilità di dati pubblici ufficiali, e concentra la sua attenzione su due settori ufficialmente etichettati da Eurostat come distillazione, rettifica e miscelatura di alcolici e produzione di vini da uve. I prodotti inclusi in ogni settore, come definito da Eurostat, sono:
distillazione, rettifica e miscelatura di alcolici
- produzione di bevande alcoliche distillate: whisky, brandy, gin, liquori, ecc.;
- produzione di bibite mescolate con bevande alcoliche distillate;
- miscelatura di alcolici distillati;
produzione di vini da uve
- produzione di vini;
- produzione di vini spumanti;
- produzione di vini da mosto d'uva concentrato;
- miscelatura, trattamento ed imbottigliamento di vini;
- produzione di vini analcolici o a basso tasso alcolico.
Questi in sintesi i risultati principali:
- 3,3% di vendite perse ai danni del settore a causa della contraffazione (4,4 % delle vendite di alcolici e 2,3 % delle vendite di vini);
- 1,3 miliardi di euro di introiti persi ogni anno dal settore;
- 1,7 miliardi di euro di mancate vendite nei settori collegati;
- 4.800 posti di lavoro diretti persi;
- 23.300 posti di lavoro diretti ed indiretti persi nell'economica dell'UE, di cui 8,600 posti di lavoro persi nel settore agricolo e 6,100 posti di lavoro persi nel settore alimentare;
- 1,2 miliardi di euro di entrate pubbliche perse (tasse, contributi previdenziali e accise).
A seguire il testo completo dello studio.