22 novembre 2013
Guerre dei brevetti: nuova sentenza premia ancora Apple
Nell'appendice del processo dello scorso anno, Apple ottiene un'altra sentenza favorevole che riconosce le violazioni operate da Samsung ai suoi brevetti. Proviamo a ricostruire la vicenda.
Nell'agosto del 2012 Apple otteneva una storica vittoria contro Samsung, il suo rivale più agguerrito. La sentenza di un giudice californiano gli riconosceva un indennizzo di 1,05 miliardi di dollari (a fronte dei 2,5 chiesti) e soprattutto una schiacciante vittoria "morale": Samsung ha violato, consapevolmente, brevetti di varie funzionalità del suo sistema operativo nonché, "spudoratamente", il design dei suoi dispositivi.
Tuttavia in seguito un secondo giudice ha riaperto il caso in quanto, mentre 550 milioni di danni erano stati calcolati in maniera corretta, i restanti 450 milioni avrebbero dovuto essere riconsiderati in quanto, scarsamente dettagliati nella prima sentenza.
Inoltre, per calcolare il risarcimento del danno conseguente alla violazione dei brevetti di design, si sarebbe dovuto seguire un criterio più remunerativo dal momento che, la somiglianza di un altro prodotto derivante da concorrenza sleale, si suppone che causi anche minori vendite e quindi un fatturato minore.
Questo nuovo capitolo giudiziario ha fatto segnare un aspro scontro, che è andato anche oltre il merito della questione: Samsung ha chiesto l'annullamento del processo accusando Apple di aver fatto appello a pregiudizi razziali nel corso del procedimento (richiesta respinta dal giudice), mentre Apple ha parlato di "minaccia all'economia statunitense basata della conoscenza e sulla protezione della proprietà intellettuale".
Alla fine il giudice, salomonicamente, ha deciso per un indennizzo di 290 milioni di dollari (Apple ne chiedeva 380, Samsung ne "concedeva" 52) che, sommato a quello del 2012, fa arrivare a 840 milioni complessivi il risarcimento dovuto a Apple.
Sicuramente le guerre dei brevetti, nonostante alcune dichiarazioni di buone intenzioni, proseguiranno ancora a lungo nei tribunali di tutto il mondo.