30 luglio 2013
Da Assoprovider le prime reazioni negative allo schema di regolamento per la tutela del diritto d'autore su internet
Assoprovider, l'associazione che conta 200 tra provider piccoli e medi ed è affiliata all’organigramma nazionale della Confcommercio, definisce in un comunicato pubblicato oggi "ammazza internet" la delibera dell'AGCOM di pochi giorni fa che riguarda la tutela del diritto d'autore su internet.
Assoprovider lamenta in particolare l'onere insostenibile che andrebbe a cadere sui provider i quali, "senza alcuna distinzione tra le diverse figure già presenti nella normativa, ovvero coloro che danno accesso ad internet, dovranno rimuovere selettivamente interi siti, link, frammenti di opere digitali, in base ad un Ordine dell’autorità. Qualsiasi portale di condivisione (ad esempio youtube) in qualità di cd “hoster attivo” potrà essere oggetto di migliaia di richieste massive di rimozione ed a cui l’intermediario della rete dovrà dare immediato adempimento. La Deliberà comporterà la necessità per i provider di accesso di dover analizzare tutto il traffico presente sulle reti italiane anche di clienti non propri, e di impedire l’accesso ai cittadini italiani a i siti (blog, forum) presenti all’estero, sulla base anche di una sola richiesta di rimozione, senza che in realtà rilevi lo scopo di lucro. l’Autorità si è spinta al punto di richiedere agli stessi provider di sostituire le pagine “incriminate” di un sito web (o di un blog, o di un forum), con una pagine contenente il logo dell’AGCOM, invadendo la sfera di libera espressione dei titolari dei siti internet ed il principio di autodeterminazione di ogni cittadino. La delibera prevede anche l’obbligo di consegnare, in 48 ore dalla richiesta, i nomi dei titolari di siti internet, di blog, di forum, senza peraltro che sia stata elevata nei loro confronti alcuna contestazione formale, in aperta violazione dei principi di tutela della privacy."
Si attendono ora le reazioni dell'AGCOM che comunque, ricordiamo, ha affermato che il provvedimento "sarà sottoposto a una consultazione pubblica della durata di 60 giorni" proprio allo scopo di recepire eventuali suggerimenti e correttivi.