10 dicembre 2013
Proprietà industriale e politica della concorrenza, relazione del Commissario UE Almunia al Summit IP 2013 di Parigi
Il vice Presidente della Commissione europea, nonchè Commissario per la concorrenza, Joaquin Almunia, ha tenuto un discorso sulla relazione tra la tutela della concorrenza e la tutela dei diritti di proprietà industriale all'ottavo IP Summit in corso di svolgimento (9-11 dicembre) a Parigi.
Almunia ha esordito parlando dei timori diffusi che l'applicazione della tutela della concorrenza e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale abbiano obiettivi contrastanti. Viceversa, egli sostiene, in modi diversi, sia il sistema dei brevetti che il sistema del diritto della concorrenza dell'UE perseguono obiettivi comuni, in quanto un sistema di diritti di proprietà industriale ben funzionante può favorire la concorrenza incoraggiando le imprese ad investire in innovazione.
L'autorità della concorrenza, da lui presidiata, interviene solo quando si manifesta un abuso dei diritti di proprietà industriale o un utilizzo come copertura per pratiche anticoncorrenziali che, chiaramente, sono l'eccezione e non la regola. Tali abusi generalmente prendono la forma di un rifiuto di concedere in licenza un brevetto o altri diritti di proprietà industriale il che può portare a impatti negativi sulla concorrenza e, in questi casi, è giustificato obbligare i titolari a concederne l'utilizzo in licenza.
Ci sono vari esempi nei quali il rifiuto di concedere in licenza un diritto di proprietà industraiale da parte di un'impresa può costituire un abuso di posizione dominante, ma negli anni i giudici hanno anche chiarito che tale rifiuti possono essere una violazione del diritto della concorrenza solo in casi eccezionali, cioè quando la concorrenza effettiva verrebbe eliminata se il titolo non fosse concesso. E questa giurisprudenza oggi disegna un confine netto per il lavoro di "enforcement" della Commissione.
Per quanto riguarda i casi di "guerre dei brevetti" tra i colossi tecnologici, Almunia sottolinea che i titolari di brevetti non dovrebbero mai ricorrere ai tribunali su questioni che riguardano i cd. brevetti essenziali standard (SEP) contro le aziende che sono disposte ad pagare la licenza a condizioni FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory) e cita il caso di Samsung, la quale ha offerto recentemente di astenersi dall'intentare cause nei confronti di qualsiasi società che si impegni a raggiungere accordi FRAND nell'ambito di un quadro condiviso di regole.
Poi Almunia passa alla questione dei "patent trolls", organizzazioni la cui unica attività commerciale consiste nello sfruttamento del proprio portafoglio brevetti, affermando che secondo alcuni studi, tra il 40% e il 60% di tutte le cause che riguardano controversie sui brevetti negli Stati Uniti sono opera dei patent trolls, con enorme danno soprattutto per le piccole imprese, spaventate dall'idea di affrontare costose guerre legali.
Per una serie di ragioni - dice Almunia - i patent trolls sono stati meno attivi in Europa che negli Stati Uniti, tuttavia questo potrebbe cambiare in futuro, per questo il suo ufficio non abbasserà la guardia sulla questione.
In conclusione Almunia sostiene che il ruolo della proprietà industriale nelle nostre economie è cresciuto significativamente negli ultimi decenni, e il trend probabilmente continuerà anche in futuro. In molte transazioni commerciali i titoli di proprietà industriale sono tra i beni più preziosi - come si evince anche dalle acquisizioni che i colossi della tecnologia hanno fatto in questi ultimi anni - in considerazione del fatto che per molte aziende i brevetti sono fondamentali per ottenere un vantaggio rispetto ai concorrenti.
Per questo l'incrocio della tutela della concorrenza con il sistema della proprietà industriale sarà sempre più frequente e impegnativo. Nel complesso, il Commissario per la concorrenza ritiene i casi di contrasto tra concorrenza e proprietà industriale siano ancora relativamente rari e che l'ufficio agisce con molta attenzione e cautela su questo terreno, ma che non esiterà a farlo ancora quando lo riterrà necessario.