8 ottobre 2018
A Arrigo Cipriani piacerebbe tanto riavere per sé il suo nome, ma l’Hotel Cipriani non è d’accordo; dopo la Hight Cour of Justice di Londra, anche il Tribunale UE e la Corte d’Appello di Venezia contro la famiglia dell’inventore del "Bellini"
di Duilio Cortassa
Il celebre marchio "Cipriani" è il patronimico del creatore di uno dei più noti cocktail italiani, il "Bellini": Giuseppe Cipriani. Il figlio Arrigo e il nipote Giuseppe Cipriani stanno conducendo una battaglia, piuttosto ardua, per riavere il diritto all'uso del patronimico che il vecchio Giuseppe cedette nel 1967 alla Hotel Cipriani S.r.l., della famiglia Guinness, poi trasferito alla Stondon, Ondale e Patmore Company Ltd. e che fa parte oggi del gruppo Belmond; Hotel Cipriani è titolare dei marchi europei 115824 "Cipriani" e 115857 "Hotel Cipriani" nelle classi 16, 35, 42.
La Arrigo Cipriani S.p.A., poi Cipriani S.p.A., gestisce l'Harry's Bar, l'Harry's Dolci e la Caffetteria di Palazzo Grassi mentre la società di Funchal (Madeira) Altunis-Trading, Gestao e Servicos Lda., riferibile sempre ad Arrigo e a Giuseppe Cipriani, è invece titolare dei marchi europei 683250 "Cipriani Food" nelle classi 29 e 30; 687400 "Cipriani Fashion" nelle classi 3, 9, 14, 18, 24, 25 e 34; 687905 "Cipriani Home" nelle classi 8, 20, 21, 24 e 25; 2316594 "Cipriani" in classe 32; 2898419 "Cipriani Bellini Base" in classi 32 e 33; 4869228 "Cipriani London" in classe 43; infine, 4869251 "Cipriani London" in classe 43.
Dal canto suo, la Hotel Villa Cipriani Asolo S.r.l., oggi del gruppo Starwood, ha depositato alcune domande per "Villa Cipriani", che non sono state accolte, mentre la Locanda Cipriani era stata venduta nel 1972 da Giuseppe alla sorella Carla e al marito Giovanni Brass.
Il 12 dicembre 1969 la Hotel Cipriani S.p.A. ha chiesto la registrazione del marchio italiano denominativo "Cipriani", registrato il 9 dicembre 1971, per "Hotel, ristoranti, bar, caffetterie, snack bar e esercizi di ristorazione" e il 1° aprile 1996 ha presentato una domanda di registrazione di marchio UE costituito dal medesimo segno denominativo.
Parallelamente Arrigo Cipriani e suo figlio Giuseppe (oggi affiancati dai figli di Giuseppe, Ignazio e Maggio), hanno aperto nell'aprile 2004 il celebre Cipriani London, in Davies Street e gestiscono il giapponese Yotto, di Yas Island ad Abu Dhabi, il ristorante dell'Edison Hotel di Istanbul, l'Harry Cipriani allo Sherry Netherland Hotel a New York, dove la famiglia ha abbandonato la gestione della Rainbow room ma ha altri ristoranti, club, caffè e residence.
Avevamo dato atto che il Tribunale UE, con la sentenza del 29 giugno 2017 (causa T-343/14), aveva respinto il ricorso presentato da Arrigo Cipriani contro la registrazione come marchio UE del segno denominativo "Cipriani"; il 27 settembre 2012 Altunis-Trading, Gestao e Servicos ha depositato una domanda di marchio UE concernente il marchio internazionale 1127870 "Cipriani", in classe 32 (birre e bevande analcoliche); Hotel Cipriani S.r.l. ha però presentato opposizione alla domanda di protezione, sulla base del marchio UE anteriore "Hotel Cipriani" in classe 42 (ora, 43), accolta dalla Divisione di Opposizione. Altunis-Trading ha appellato, ma la Quarta Sezione della Corte d'Appello EUIPO ha rigettato l'appello, confermando quindi il diritto della Hotel Cipriani di tutelare il proprio marchio anche nella classe 43. Il Gruppo Cipriani ritiene che l'uso del marchio patronimico "Cipriani" da parte della Hotel Cipriani costituirebbe una violazione palese dell'accordo stipulato dal vecchio Giuseppe Cipriani nel 1967.
Investito della questione, il Tribunale UE, lo scorso 1° marzo (causa T-438/16), non ha ritenuto di doversi discostare da quanto affermato dalla Corte d'Appello, ritendo, in sintesi, che l'uso del marchio Cipriani da parte dell'Hotel Cipriani fosse un uso leale e corretto, non in violazione di quanto pattuito tra Giuseppe Cipriani e i suoi ex soci nel 1967: l'accordo prevedeva infatti un periodo di tempo di cinque anni in cui i soci inglesi non avrebbero potuto estendere a nuove attività il marchio Cipriani.
Ma Arrigo e Giuseppe Cipriani non stavano certo con le mani in mano, mentre tra Alicante e Lussemburgo si decideva una parte della loro vicenda, al contrario, cercavano di "giocare in casa" un'altra partita; con citazione del 30 maggio 2012 avevano convenuto in giudizio la Hotel Cipriani S.r.l. avanti al Tribunale di Venezia, per sentir dichiarare, con una pronuncia estesa a tutta l'UE, che l'uso della scritta "by G. Cipriani" - già utilizzata per il ristorante "Downtown Mayfair" di Londra gestito da Giuseppe Cipriani tramite la Altunis, e quindi rimossa a seguito di diffida di Hotel Cipriani S.r.l. (la quale aveva invocato la sentenza 9.12.2008 della Hight Cour of Justice di Londra, divenuta definitiva, circa la contraffazione del segno "Cipriani", per violazione del corrispondente marchio comunitario) - nonché di scritte analoghe quali "by Giuseppe Cipriani", "by A. Cipriani", "by Arrigo Cipriani", by the Cipriani's family", "by the Ciprianis" (e similari) per indicare attività di ristorazione e alberghiera (o, in subordine, solo di ristorazione) non costituiva contraffazione dei marchi italiani e comunitari "Cipriani" e "Hotel Cipriani" della Hotel Cipriani, né atto di concorrenza sleale o violazione di qualsivoglia diritto di titolarità della Hotel Cipriani S.r.l.
A giocare in casa non si sbaglia mai e il Tribunale di Venezia aveva accolto le domande di accertamento negativo dichiarando "che l'uso da parte di Arrigo Cipriani e di Giuseppe Cipriani, nel territorio dell'Unione Europea con esclusione del territorio del Regno Unito, delle espressioni "by Arrigo Cipriani", "by Giuseppe Cipriani", "by famiglia Cipriani" e con simili, ove la parola "by" sia sostituita da espressioni quali "managed by" e "directed by", con modalità grafiche che prevedono l'uso di caratteri di dimensioni uguali o inferiori rispetto a quelli di altro segno grafico che da esse si accompagni, per indicare la gestione di attività di ristorazione da parte delle persone fisiche individuate nelle espressioni suddette, non costituisce contraffazione dei marchi comunitari "Cipriani" (n. 11.824) e "Hotel Cipriani" (11.857) di titolarità di Hotel Ciprani S.r.l.", così come dei marchi italiani "Cipriani" (n. 1.258.716) e "Hotel Cipriani" (1.299.697), di titolarità di Hotel Cipriani S.r.l., "né atto di concorrenza sleale ai danni di Hotel Cipriani S.r.l.".
Purtroppo per la famiglia Cipriani, la Corte d'Appello di Venezia non ha però voluto seguire il giudicato del Tribunale e il 30 novembre dello scorso anno, con la sentenza n. 2798/2017, ha escluso del tutto che l'utilizzo del patronimico Cipriani corrisponda ai principi di correttezza professionale ovvero alle consuetudini di lealtà in campo commerciale e industriale, tenuto conto dell'inevitabile rischio di aggancio e di confusione con i segni distintivi propri delle affini attività alberghiere e di ristorazione esercitate da Hotel Cipriani mediante iniziative imprenditoriali sostenute da marchi celebri e tra l'altro rivolte alla medesima fascia alta di clientela. La Corte veneziani ha pertanto rigettato le domande proposte da Arrigo e Giuseppe Cipriani, condannandoli a rifondere a Hotel Cipriani S.r.l. anche le spese di lite, liquidate per il primo grado in € 16.000,00 e per il secondo grado in € 24.590,00; basterà qualche "Bellini" per riprendersi?
Avv. Duilio Cortassa
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