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2 marzo 2023

L’integrazione di "chatbot" nei motori di ricerca

di Sabrina Salmeri

​La tecnologia delle chat GPT sta cambiando il mondo delle ricerche online. I chatbot GPT, dotati di intelligenza artificiale avanzata, sono in grado di rispondere alle domande degli utenti e di comprendere il contesto in cui vengono poste, aprendo nuovi orizzonti per il futuro della ricerca online.


Le nuove prospettive della ricerca online

I motori di ricerca stanno investendo sempre di più nello sviluppo di chat GPT, al fine di migliorare l’esperienza degli utenti e di offrire un servizio sempre più efficiente e personalizzato. Tuttavia, l’evoluzione di questa tecnologia ha subìto diverse tappe fondamentali nel corso degli anni.

Il primo passo verso la creazione delle chat GPT è stato compiuto con l’introduzione degli assistenti virtuali, come Siri di Apple e Cortana di Microsoft, progettati per rispondere alle domande degli utenti in modo naturale e intelligente, senza tuttavia comprendere il significato delle parole o di capire il contesto in cui venivano poste le domande, il che rende spesso le loro risposte imprecise e incomplete.

Il passo successivo nello sviluppo di tale tecnologia è stato l’utilizzo di algoritmi di machine learning, in grado di analizzare grandi quantità di dati e di imparare dai loro errori. In questo modo, le chat GPT hanno cominciato ad apprendere a comprendere il significato delle parole e a rispondere in modo più preciso alle domande degli utenti.

Negli ultimi anni, i motori di ricerca hanno iniziato ad utilizzare le reti neurali, modelli matematici basati sull’architettura del cervello umano, in grado di apprendere in modo autonomo, migliorando continuamente le risposte fornite attraverso l’esperienza.
 

Lo scenario attuale

Oggi, i motori di ricerca stanno utilizzando le chat GPT per offrire un’esperienza di ricerca sempre più personalizzata e intuitiva. Le chat GPT sono in grado di imparare dalle ricerche precedenti degli utenti e di adattarsi alle loro esigenze, fornendo risposte sempre più precise e pertinenti.

Lo sviluppo di chatbot basati su GPT (Generative Pre-trained Transformer) sta rivoluzionando il modo in cui le aziende interagiscono con i propri utenti online. Questa tecnologia, che combina tecniche di deep learning e di processing del linguaggio naturale, consente di creare chatbot in grado di comprendere il linguaggio naturale umano e di fornire risposte adeguate alle domande degli utenti.

ChatGPT, sviluppato dalla società americana OpenAI, dopo il lancio ha raggiunto 100 milioni di utenti in soli due mesi: questo dato spiega il perché le Big Tech, come Microsoft e Google, hanno deciso di investire in questa tecnologia.

Lo sviluppo di un sistema di intelligenza artificiale come ChatGPT richiede però investimenti significativi in termini di risorse umane, hardware e software, addestramento del modello e gestione dei dati: si calcola che tali costi raggiungano circa tre milioni di dollari al giorno. Inoltre, una volta sviluppato, il sistema deve essere costantemente monitorato e aggiornato per mantenere le sue prestazioni.

Di recente Microsoft ha confermato di aver investito circa dieci miliardi di dollari sulla tecnologia di ChatGPT ed ha affermato che collaborerà con OpenAI per potenziare il suo motore di ricerca, Bing, e il browser Edge. L’annuncio arriva, curiosamente, dopo che Google ha rivelato che sta lavorando al proprio chatbot di intelligenza artificiale (Bard), proprio in risposta a ChatGPT. Ma anche altri giganti della tecnologia, come Baidu in Cina, e start-up e aziende più piccole, tra cui Jasper e Quora, stanno sperimentando i propri chatbot, portando l’intelligenza artificiale generativa e conversazionale a livello consumer.


I rischi

Questo passaggio ai motori di ricerca più conversazionali, in grado di rispondere con sicurezza alle domande piuttosto che offrire semplici collegamenti ad altri siti Web, cambierà nei prossimi mesi il modello di business della ricerca, ma sarà necessario tenere in considerazione anche i rischi legati a questa tecnologia. La natura intensamente personale di una conversazione, rispetto a una classica ricerca su Internet, potrebbe influenzare la percezione dei risultati della ricerca. Uno studio del 2022 condotto da un team dell’Università della Florida a Gainesville ha rilevato che gli utenti che interagiscono con i chatbot (come ad esempio Alexa di Amazon), percependo la conversazione come “umana”, tendono a fidarsi maggiormente. Inoltre, i modelli di ricerca basati sull’intelligenza artificiale richiedono grandi quantità di dati per funzionare in modo efficace, il che solleva preoccupazioni sulla protezione dei dati: gli utenti potrebbero non essere a conoscenza della quantità di dati che stanno condividendo e di come tali dati vengano utilizzati.

In conclusione, la ricerca web basata sull’intelligenza artificiale può offrire vantaggi significativi in termini di qualità, pertinenza e personalizzazione dei risultati di ricerca, ma solleva anche una serie di preoccupazioni significative in merito alla protezione dei dati, all’affidabilità delle fonti di informazioni e alla regolamentazione di tale tecnologia. È quindi importante che si affronti in modo proattivo tali problematiche per massimizzare i potenziali benefici di queste tecnologie riducendo al minimo i rischi.
 


Avv. Sabrina Salmeri
Studio Previti