• Diritti d'autore - Opere cinematografiche, audiovisive e radiodiffuse

19 luglio 2017

Remaking "La dolce vita"

LORENZO ATTOLICO

Nella storia del cinema mondiale, uno dei periodi più importanti è senz'altro rappresentato dal cosiddetto neorealismo italiano. Maestri come Fellini, Rossellini e De Sica e film come "La dolce vita", "Sciuscià" e "Ladri di biciclette", infatti, hanno rappresentato uno dei momenti più alti della creatività dell'arte cinematografica di tutti i tempi.

Quentin Tarantino ha poi sempre affermato che la sua maggiore fonte di ispirazione, sia sotto l'aspetto tecnico, sia sotto il profilo creativo, è il cinema italiano degli anni 70.

Per questi motivi, negli anni, sono stati realizzati molti remake o sequel di celebri film italiani e spesso produttori stranieri chiedono di poter acquisire i relativi diritti per realizzarne altri.

È, quindi, necessario capire chi sia il titolare di questi diritti affinché i produttori interessati possano realmente ed efficacemente acquisirli.

Secondo la legge italiana, gli autori dell'opera cinematografica sono l'autore del soggetto, lo sceneggiatore, il regista e l'autore della musica (art. 44 della Legge sul Diritto d’Autore), invece, il produttore dell'opera cinematografica è colui che esercita i diritti di utilizzazione economica della stessa (art. 45 della Legge sul Diritto d’Autore).

Ovviamente, tra gli autori dell'opera cinematografica e il produttore viene concluso un contratto attraverso il quale vengono ceduti a quest'ultimo i diritti di utilizzazione economica dell'opera stessa.

Per quanto, però, riguarda i diritti di realizzare una nuova opera derivante, in qualsiasi modo, da quella oggetto della produzione originale non v'è dubbio che gli stessi sorgano in capo all'autori e debbano, pertanto, essere oggetto di cessione specifica in capo al produttore.

Tale cessione deve, peraltro, essere formalizzata in forma scritta (art. 110 della Legge sul Diritto d’Autore).

Qualora conseguentemente un produttore interessato volesse realizzare un remake o un sequel di un film italiano dovrà necessariamente rivolgersi: (i) al produttore, laddove lo stesso dimostri con prova scritta di essersi reso cessionario dei diritti in questione; (ii) oppure, in alternativa, nel caso il produttore non possa dimostrare quanto sopra, a tutti gli autori o agli eredi degli stessi.

Ora, con espresso riferimento ai film italiani degli anni 60 e 70, non sempre la cessione dei diritti di remake o sequel è contemplata nei contratti conclusi tra gli autori e produttori. Tutt'al più, si trovano clausole più con meno generiche di cessione dei diritti. In quest'ultimo caso, sarà quindi necessario interpretare il testo contrattuale.

Si tenga, inoltre, conto che anche in caso di prova dell'avvenuta cessione il produttore interessato ha sempre bisogno di una ulteriore attività di ricerca e di negoziazione.

In quegli anni, infatti, i produttori cinematografici concludevano contratti di cessione con gli autori del soggetto, il regista e gli autori della sceneggiatura. Con l'autore della musica, invece, si era soliti concludere un accordo in base al quale venivano ceduti i diritti sull’opera musicale, ma non quelli spettanti al compositore quale coautore dell'opera cinematografica.

Questa mancanza, esistente nella quasi totalità delle opere cinematografiche italiane di quel periodo, produce ora, quale conseguenza, la necessità per un produttore interessato, anche in presenza delle cessioni da parte degli altri autori, di dover reperire l'autore della musica o, più spesso, i suoi eredi per poter ottenere il riconoscimento necessario per realizzare un'opera derivante dal film originale.

In tutti gli altri casi, invece, in mancanza di una chiara volontà degli autori di cedere i diritti in questione, il produttore interessato dovrà rivolgersi agli stessi o ai suoi eredi per ottenere una cessione che possa essere riconosciuta come valida.

Solo in questo modo, infatti, un produttore interessato può considerarsi protetto.

Questa è l’unica strada percorribile per realizzare un remake de “La Dolce Vita”. Per dirla con le parole di Marcello Rubini, il personaggio protagonista del film: “Questa è proprio l'arte che preferisco, quella che penso servirà domani”.

 


Avv. Lorenzo Attolico
Partner Studio Legale NCTM