14 settembre 2020

Le startup adottano uno sviluppo sostenibile?

La sostenibilità è un concetto importante in vari settori tecnici e con un elevato potenziale di crescita, ma come è correlata alle startup?

Una risposta la fornisce un ricercatore coreano, che ha effettuato uno studio sui brevetti connessi alla sostenibilità e depositati negli Stati Uniti, per analizzare quali modelli innovativi sono stati adottati.

La ricerca è stata eseguita sulla banca dati dell’USPTO, sui brevetti depositati tra il 1992 e il 2018, utilizzando parole chiave e limitando i risultati della ricerca in funzione del titolare, estraendo quindi solo i dati relativi alle startup [selezionate tramite CrunchBase, Bloomberg e LinkedIn, in base alla data di costituzione (non più di 10 anni), al fatto di possedere tecnologie innovative (e quindi brevetti) in portafoglio e di essere caratterizzate da un’elevata crescita].

Sono stati analizzati i 92 brevetti selezionati attraverso tre indicatori: i codici di classificazione IPC, l’indice di Herfindahl-Hirschman (per calcolare la competitività sul mercato) e l’entropia di Shannon (che corrisponde al grado di diversificazione).

Il trend del numero di brevetti sulla sostenibilità risulta in crescita, a partire dal 2009. Nel periodo 2009 – 2013 le startup hanno registrato 24 brevetti, mente nel periodo 2014 – 2018 ne hanno depositati 41.

È, quindi, plausibile che l’innovazione sostenibile possa essere un percorso promettente, sia dal punto di vista accademico sia industriale.

I risultati ottenuti dimostrano la consistente diversificazione delle startup verso la sostenibilità.

In conclusione, le startup e i potenziali imprenditori dovrebbero focalizzarsi su tecnologie orientate al consumatore, in particolare su quelle che migliorano la qualità della vita, utilizzando processi e prodotti ecologici e dovrebbero puntare su ICT e automazione come driver per la crescita sostenibile.

 


Massimo Barbieri

Technology Transfer Office (Politecnico di Milano)