8 gennaio 2014
Contributo all'occupazione delle industrie ad “alta intensità” di proprietà intellettuale: studio congiunto UAMI-EPO
E' disponibile sul sito dell'UIBM una sintesi del progetto di studio comune tra EPO e UAMI che si prefigge di quantificare il “contributo alle attività economiche e all'occupazione in Europa delle industrie ad alta intensità di diritti della proprietà intellettuale”.
Segue un estratto dalla prefazione del documento:
L’innovazione è uno dei settori contemplati dai cinque obiettivi chiave stabiliti nell’ambito di “Europa 2020”, la strategia di crescita decennale adottata dall’Unione europea intesa a creare un’economia più competitiva con un tasso maggiore di occupazione. Promuovere il “circolo virtuoso” dagli investimenti nell’ambito della ricerca e dello sviluppo alla creazione di posti di lavoro (attraverso la via dell’innovazione, il vantaggio competitivo e il successo economico) non è mai stato così importante come nel mondo contemporaneo, caratterizzato da mercati sempre più globalizzati e dall’economia della conoscenza. Questo processo dipende da numerosi fattori; tuttavia, fra i più importanti, vi è indubbiamente un sistema efficiente dei diritti della proprietà intellettuale (DPI), data la capacità della PI di incoraggiare la creatività e l’innovazione, in tutte le sue varie forme, in tutta l’economia.
Dai risultati si può evincere come le industrie ad alta intensità di DPI (cioè le industrie il cui utilizzo dei DPI per dipendente è superiore alla media) contribuiscono per il 26 % all’occupazione dell’UE e per il 39 % al PIL dell’UE.
In media, nel periodo 2008-2010, su una forza lavoro totale pari a circa 218 milioni di unità, 56,5 milioni di europei lavoravano in industrie ad alta intensità di DPI.
Inoltre nelle industrie ad alta intensità di DPI la retribuzione è mediamente superiore del 41% rispetto alle altre industrie.