11 gennaio 2014
Equo compenso per copia privata, il Ministro Bray annuncia una pausa di riflessione per approfondire la questione
La decisione annunciata ieri dal Ministro dei Beni Culturali Bray nel corso di un’affollata audizione, alla presenza dei rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria dell' industria dei contenuti e dei produttori di elettronica di consumo, di voler approfondire in maniera scientifica l'opportunità di aumentare l'equo compenso sulle vendite di dispositivi elettronici, ha riscosso plausi e soddisfazione da più parti.
La vicenda, illustrata in una precedente news, molto aveva fatto discutere in quanto si riferiva a criteri discutibili (medie europee ma solo di alcuni paesi) e non valutando appieno il reale e attuale utilizzo dei dispositivi elettronici. Alla fine l'emendamento nella legge di stabilità era stato ritirato prima dell'approvazione finale, rimandando la questione ad un successivo momento.
Ieri il Ministro ha affermato di voler procedere con metodo scientifico, studiando in modo approfondito se e quali dispositivi e supporti i consumatori italiani sono soliti utilizzare per effettuare copie private di opere dell’ingegno, considerando la rapida evoluzione delle abitudini dei consumatori, il moltiplicarsi delle offerte legali di contenuti in streaming che, per definizione, non comportano il possesso ma solo la fruizione dell'opera e, soprattutto che l'equo compenso non è, e non deve essere, un compenso per i danni subiti dalla pirateria.
Successivamente, e sulla base dei risultati, si deciderà se e come adeguare le tariffe attualmente in vigore con un provvedimento ad hoc da parte del ministero.