23 luglio 2024
Gli Stati Uniti cercano di disciplinare per legge i deepfake
di Andreina D'Auria e Lapo Lucani
Tre senatori statunitensi hanno proposto l’introduzione del cd. COPIED ACT (“Content Origin Protection and Integrity from Edited and Deepfaked Media Act”), che si propone, tra i vari obiettivi, di stabilire delle linee guida federali per la trasparenza dei contenuti generati da IA, oltre a tutelare il diritto d’autore.
I principali obiettivi della legislazione
Il COPIED ACT richiede, in primo luogo, ad enti governativi quali il National Institute of Standards and Technology (“NIST”), in collaborazione con l’U.S. Patent and Trademark Office (“USPTO”) e l’U.S. Copyright Office (“USCO”), di sviluppare delle linee guida e degli standard di trasparenza per la provenienza dei contenuti ed il rilevamento dei contenuti sintetici. In particolare, la proposta di legge intende prevedere, in primo luogo, l’obbligo di identificare l’origine dei contenuti di IA e, nel caso in cui essi siano stati generati o modificati tramite sistemi di intelligenza artificiale, prevedere l’apposizione di un “watermark”. Viene, poi, richiesto agli sviluppatori e agli utilizzatori (“deployers”) delle applicazioni usate per generare contenuti coperti da copyright di dare agli utenti la possibilità di inserire informazioni al contenuto IA circa la provenienza dei contenuti e ciò entro il termine di due anni. La norma prescrive anche il divieto di rimozione, modifica o disabilitazione delle informazioni sulla provenienza dei contenuti, se non per limitati scopi, quali la ricerca e la sicurezza.
La proposta di legge dovrebbe tutelare anche i titolari dei diritti autorali (quali giornalisti, artisti, musicisti), in quanto vieta l’utilizzo di contenuti protetti da copyright per addestrare sistemi di IA o creare contenuti sintetici in assenza di un esplicito ed informato consenso del titolare: in questo modo l’autore può così non solo essere informato circa l’utilizzazione dei propri contenuti da parte dei sistemi di IA, ma può anche stabilire le condizioni di tale utilizzo. In aggiunta, è, prevista la possibilità, per i titolari dei diritti autorali di agire giudizialmente per ottenere il risarcimento dei danni subiti da parte di coloro che utilizzano in maniera impropria i contenuti tutelati.
Il COPIED ACT ha riscontrato un immediato sostegno, in particolare dai sindacati ed associazioni che operano nel mondo dello spettacolo, tra i quali si segnalano SAG-AFTRA, la National Music Publishers’ Association, la Recording Industry Association of America e, nel campo media, la News Media Alliance.
La disciplina dei deepfake, anche a livello europeo
Il COPIED Act prevede anche che NIST, USPTO e USCO, oltre alla redazione delle richiamate linee-guida, promuovano una campagna di formazione e sensibilizzazione pubblica circa i contenuti modificati dall’IA, quali i deepfake.
Si tratta di un tema di recente sempre più centrale nel dibattito legislativo, d’altronde affrontato anche nel testo finale del Regolamento Europeo 2024/1689 sull’intelligenza artificiale (“AI Act”), la cui entrata in vigore è prevista il prossimo 1° agosto 2024. Infatti, al Considerando 134 (e al corrispondente art. 50, par. 4) è previsto che coloro che utilizzano sistemi di IA per creare contenuti di deepfake dovrebbero anche rendere noto, in modo chiaro e distinto, che il contenuto è stato creato o manipolato artificialmente, rivelandone, quindi, l’origine.
L’obbligo di trasparenza, nel caso in cui il contenuto in considerazione faccia parte di un’opera manifestamente creativa, satirica, artistica, fittizia (o comunque in circostanze analoghe), ha ad oggetto l’indicazione del fatto che i contenuti siano stati creati o modificati con l’IA, così salvaguardando il diritto alla libertà di espressione, senza ostacolare i diritti autorali.
Dopo la recente esperienza europea che ha portato all’introduzione, tra i primi casi al mondo, di un imponente corpo normativo di regolamentazione dell’intelligenza artificiale, anche negli Stati Uniti si assiste ad un tentativo di normare questa tecnologia, anche per tutelare i titolari del diritto d’autore dallo sfruttamento o dalle (sempre più frequenti) alterazioni dei contenuti protetti effettuate tramite l’IA.
Avv. Andreina D'Auria e Dott. Lapo Lucani
Studio Previti Associazione Professionale