• Diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica

4 dicembre 2013

Diritto d'autore online, negli USA un altro intermediario chiude, mentre in Italia si avvicina il regolamento dell'AGCOM

  Aggiornamento
Dopo aver sconfitto in ottobre IsoHunt, ora la Motion Picture Association of America (Organizzazione americana dei produttori cinematografici) ottiene un altro successo, accordandosi stragiudizialmente con un altro sito di "cyberlocking", HotFile, il quale si è arreso e ha patteggiato il pagamento di 80 milioni di dollari (contro i 500 richiesti) e la chiusura del servizio.

La questione è sempre la medesima: HotFile, nell'offrire il suo servizio di hosting, è un intermediario puro? E quali sono i suoi obblighi verso i propri utenti che violano la proprietà intellettuale?

La MPAA aveva chiesto al portale un sistema di filtraggio che prevenisse il caricamento dei files illegali, trasformando in qualche modo il servizio da intermediario neutrale a editore di fatto, responsabile di ciò che pubblica. La tiepida risposta di HotFile (chiusura di alcuni degli account più attivi nelle operazioni illecite) e il fatto che circa il 90% dei contenuti non sono legali, ha spostato l'orientamento del tribunale a suo sfavore e quindi all'esito anzi detto.

Nel frattempo in Italia siamo alle battute finali prima che il nuovo regolamento dell'AGCOM sia definitivamente approvato, il prossimo 12 dicembre con delibera propria, ed entri in vigore nella primavera del nuovo anno, a nulla valendo finora le forti opposizioni da più parti sollevate.

Proprio in questi giorni sia il Presidente dell'AGCOM Angelo Cardani, che il Commissario Francesco Posteraro, hanno ribadito che non è intenzione dell'AGCOM diventare "sceriffo della rete", ma solo quello di dare una tutela forte ed efficace al diritto d'autore online, in paricolare Posteraro sostiene che "ogni intervento avrà luogo solo a seguito di istanza del titolare del diritto e pertanto non ci sarà alcun monitoraggio preventivo della rete (...) mentre le misure repressive saranno improntate a criteri di gradualità e proporzionalità".

A favore di questa soluzione si sono schierati anche l'ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e l'ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive), che hanno addirittura ventilato la possibilità di chiudere le sale cinematografiche per un giorno per protestare contro la pirateria che, secondo gli ultimi dati, causerebbe un danno economico di circa 500 milioni di euro, di cui oltre 106 milioni sottratti al cinema in sala.

 

AGGIORNAMENTO del 6/12/2013

Nella giornata di ieri, 5 dicembre, si è svolta al Senato, la conferenza stampa di presentazione del ddl sul diritto d’autore online e sul regolamento dell’AGCOM cui ha partecipato, tra gli altri, il Senatore Felice Casson, il quale ha ribadito che è il Parlamento che deve intervenire sulla normativa del diritto d'autore sulla rete e che l'Agcom deve sospendere l'iter del suo regolamento in materia.

Sostiene il Sen. Casson (vicepresidente della commissione Giustizia e primo firmatario di un ddl in materia sottoscritto da altri 9 senatori del Pd). che "appare ormai urgente e necessario modificare la disciplina vigente, contemperando adeguatamente i diritti degli autori ed editori con i diritti di libertà degli utenti della rete che non svolgano attività lucrativa, al fine di cogliere appieno le opportunità del digitale e restituire così al mercato un settore dell’economia come quello dell’innovazione e della conoscenza, che può fare dell’Italia un caso di eccellenza nel panorama europeo".

Conclude il Senatore sostenendo che "le più ampie prerogative del legislatore consentiranno infatti di adottare una riforma del diritto d’autore armonica ed equa, che tratti quindi entrambi gli aspetti relativi all’enforcement e alla promozione del mercato legale, senza dimenticare in primis di precisare, dettagliare, riconoscere e promuovere i diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale, perchè altrimenti parlare di sviluppo del mercato legale dei contenuti risulterebbe veramente velleitario se non ingannevole".