• Diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica

3 giugno 2014

Primi bilanci per il sistema USA di contrasto alla pirateria online

Il Center for Copyright Information (CCI) ha pubblicato la settimana scorsa il primo rapporto completo sui risultati del Copyright Alert System (CAS) a ormai 10 mesi dalla sua entrata in azione.

Il Copyright Alert System è un sistema di contrasto della pirateria online che, contrariamente al sistema implementato dall'AGCOM con il suo recente regolamento (che ha contribuito a far uscire l'Italia dalla black list americana della pirateria dopo 25 anni, ma anche a suscitare le critiche del relatore dell'ONU sulla libertà d'espressione), prende di mira in particolar modo le reti "Peer to Peer", ossia i sistemi di scambio di files tra utenti che si connettono attraverso software specifici senza dover necessariamente far riferimento a siti pubblici.

Il sistema si muove dalle segnalazioni fatte dal CCI ai principali provider (ISP) i quali hanno poi il compito di identificare indirizzi IP e di inviare le notifiche di avvenuta violazione secondo il sistema "six strike": i primi due avvertimenti si limitano ad avvertire i titolari di un abbonamento dell'avvenuta violazione e a suggerire alternative legali; le seconde due notifiche richiedono una risposta al destinatario, chiamato a riconoscere o a contestare le missive; infine, le ultime due, comportano misure restrittive, strozzature o limitazioni della connessione, ma non disconnessioni (come invece prevedeva il contestato e poi abortito sistema francese HADOPI).

Ebbene, nei primi 10 mesi il numero di notifiche è stato di circa 1,3 milioni e, nonostante le (poche) contestazioni degli utenti, il CCI afferma che non sono stati riscontrati falsi positivi.

Tra questo milione e passa di notifiche, il 70% sono state quelle di primo livello e solo il 3% quelle di sesto livello. Questo, a parere del CCI, rende la misura della bontà del sistema, la cui efficacia nella deterrenza si evince da questi numeri: solo il 3% degli utenti colpiti ha perseverato nella sua attività illegale e solo lo 0,27 ha aperto un contenzioso.