di Claudia Dierna
Una nota casa di moda italiana con un recente ricorso in Cassazione ha impugnato la sentenza della Corte d'Appello di Milano che, pur riconoscendo la "stripe" (striscia) dei blue jeans, prodotti e commercializzati dalla stessa, come marchio valido, aveva dato rilievo al valore dominante che assumeva l’elemento del posizionamento diagonale della “stripe” della casa di moda per escludere l'illecito contraffattorio imputato alla concorrente americana convenuta in giudizio. Determinante per la decisione della Suprema Corte è stato il richiamo ai criteri di valutazione a cui si deve conformare il giudice chiamato a formulare un giudizio di confondibilità tra marchi in conflitto.








