La Corte di Cassazione ha confermato il sequestro di un ingente carico di spaghetti destinato al pastificio campano "L. Garofalo" di Gragnano, ritenendo che le indicazioni riportate sulle confenzioni siano idonee ad ingenerare nel pubblico (e cioè nel consumatore medio dello specifico settore) la convinzione che la merce sia di origine italiana o che, comunque, nel nostro Paese abbia subito almeno una lavorazione sostanziale, circostanza questa esclusa dalla stessa parte ricorrente che afferma che l'intero ciclo produttivo è avvenuto in Turchia.