di Claudia Dierna
La Corte d'Appello è stata chiamata a pronunciarsi sul tema della responsabilità dell'hosting provider "attivo" per il caricamento sulla piattaforma da esso gestita di contenuti illeciti violativi dell'altrui privativa, tema molto dibattuto nella giurisprudenza nazionale e comunitaria. Al fine di determinare se l'host in questione, titolare della piattaforma su cui venivano caricati dagli utenti contenuti autoriali altrui, svolgesse un’attività esulante rispetto a quella di ordine meramente tecnico e ponesse quindi in essere una condotta attiva, il giudice di seconde cure ha richiamato gli indici della condotta stessa individuati dalla S.C., correlando tale qualificazione al principio dell'esigibilità di idonei strumenti di controllo del copyright, anche in funzione della risonanza mondiale della piattaforma.