di Claudia Dierna
La Corte di Giustizia europea ha deciso in ordine ad un caso di presunto utilizzo non lecito del noto marchio «ZARA» nella campagna pubblicitaria lanciata da un fornitore di servizi di informazione per un abbonamento, che consentiva la partecipazione ad un’estrazione a sorte in cui uno dei premi consisteva appunto in un «buono regalo ZARA» e in cui il sottoscrittore vedeva apparire sullo schermo il segno «ZARA» circondato da un rettangolo, che evocava il formato dei buoni regalo. La società spagnola titolare del marchio nazionale «ZARA», che non aveva prestato il consenso all'utilizzo del segno, ha agito quindi in giudizio per l'accertamento dell'illecito contraffattorio, mentre il fornitore convenuto si è difeso sostenendo di aver fatto del marchio un mero uso «referenziale», per indicare in cosa consistesse uno dei premi offerti ai vincitori, rientrante negli usi leciti di segni distintivi di terzi disciplinati dalla legge spagnola che ha recepito il diritto eurounitario, diritto che la Corte europea è stata chiamata ad interpretare.