di Elena Varese e Lara Mastrangelo
“Che cosa c’è in un nome? Quella che chiamiamo rosa, pur con un altro nome, avrebbe lo stesso dolce profumo” diceva Giulietta, affacciata al balcone nella celebre tragedia di Shakespeare, ma una borsa di Louis Vuitton, senza il suo leggendario monogramma – o decorata con lettere differenti – sarebbe la stessa? A dirla tutta, il tragico finale del dramma shakespeariano sembrerebbe suggerire che i nomi – ci piaccia o meno – hanno un enorme valore. E ciò è tanto più vero quando si prende in considerazione l’industria della moda.