di Claudia Dierna
La Cassazione è stata chiamata a riformare la sentenza della Corte d'Appello di Milano che aveva ridotto l'importo del risarcimento da contraffazione di brevetto relativo a tiotropio bromuro sul presupposto che la danneggiata non aveva assolto all’onere di provare che il quantitativo di tiotropio bromuro, non rinvenuto in giacenza e illecitamente prodotto dall’appellante, fosse stato «venduto». Posto che il danno risarcibile deriva dalla commercializzazione del principio attivo prima della scadenza del brevetto, il Collegio ha quindi chiarito se l'attività vietata di commercializzazione potesse considerarsi distinta dalla “vendita effettiva”.









